Mi riferisco a Nymphomaniac vol. 1 di Lars Von Trier.
Ecco la recensione [Ho messo solo immagini non troppo esplicite]:
Nymphomaniac vol. 1 (Director's Cut)
di Lars Von Trier del 2013. Con Charlotte Gainsbourg, Stacy Martin,
Stellan Skarsgård, Christian Slater, Uma Thurman, Hugo Speer, Shia
LaBeouf, Connie Nielsen, Nicolas Bro. (240 min. ca.)
Una donna (Gainsbourg) viene trovata svenuta
e sanguinante in un vicolo da Seligman (Skarsgård), un pensionato
appassionato di pesca, che la porterà a casa sua per curarla. Joe,
questo il nome della donna, gli racconterà di essere ninfomane fin
da quando era piccola, forse per evadere dalla fredda situazione
familiare: ottimo il rapporto con il padre (Slater), mentre per la
madre ha sempre provato odio. Tutta questa forte pulsione sessuale
l'ha fatta convincere di essere una persona malvagia, che usa gli
altri. Seligman cercherà di persuaderla del contrario.
Film
drammatico/erotico dalle scene esplicite e realistiche (si vede
tutto, ma proprio tutto), ma al contrario, i toni sono grotteschi e
surreali in pieno stile Von Trier.
Più patinata e paradossalmente
più fruibile, con i tempi meno dilatati rispetto ad altre sue opere
e con l'abbandono della camera a spalla/mano e con una sceneggiatura
più lineare (suddivisa in capitoli), è una pellicola che
appassiona, disgusta, sconvolge ma emoziona.
Sì, perché lo
spettatore sente che tutto questo bisogno di sesso della protagonista
(da giovane interpretata da Stacy Martin), non è fine a se stesso ma
scatenato dal disagio, per questo fa star male e non può essere
considerata un porno. D'altronde, anche l'amica e compagna di
adescamento di uomini le aveva detto che il sesso non è niente senza
l'amore. Eppure Joe è talmente assuefatta che non riesce a sentire
più nulla neanche con con il ragazzo che desiderava, Jerôme
(LaBeouf). Il sesso la condiziona anche sul letto di morte del padre:
non riesce a farne a meno, non riesce a non eccitarsi per ogni minima
cosa.
Un film veramente cupo, triste, complesso e meno gratuito di quanto si
possa credere, girato con sapienza. I flashback non infastidiscono e
costituiscono gran parte del tutto. La fotografia è - come sempre -
ottima, più calda nella casa di Seligman, più fredda nelle altre
situazioni (viene usato, ancora una volta, il B/N). Bizzarro il modo
di introdurre argomenti come la polifonia, Bach e la matematica
durante le discussioni o in scene, nuovamente, sessuali.
È inoltre
una riflessione amara sui rapporti di coppia, sui tradimenti e
l'accettazione di chi è stato tradito (vedasi la parte con Uma
Thurman, davvero demenziale e grottesca).
Gli attori sono modesti,
freddi, soprattutto Stacy Martin, Charlotte Gainsbourg in questa
prima parte ha poco spazio, Stellan Skarsgård è sempre molto
espressivo, Shia LaBeouf è giustamente odioso. Ritorno gradito di Christian Slater in un ruolo particolarmente doloroso.
C'è poco da capire
in effetti. Entrare nella mente di Von Trier è impossibile, ma anche
questo suo lavoro parla per lui.
Realizzato da altri registi sarebbe
parso furbo, creato a tavolino per scioccare, disturbare e nulla più.
Qui la provocazione c'è ma è onesta. Nel bene e nel male il regista
danese è un genio creativo. E tanto basta. Ma anche in questo caso,
si ama o si odia.
Da vedere (lontano dai pasti e preparandosi
psicologicamente. Nonostante i genitali siano finti o "doppiati"
da attori porno, è normale rimanere un poco sconvolti). Consigliato.
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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