Mi riferisco a Ritorno al Marigold Hotel di John Madden.
Ecco la recensione:
Ritorno al Marigold Hotel (The Second Best Exotic Marigold Hotel) di John
Madden del 2015. Con Bill Nighy, Judi Dench, Maggie Smith, Richard
Gere, Dev Patel, Tamsin Greig, David Strathairn, Penelope Wilton,
Celia Imrie, Ronald Pickup, Shazad Latif, Tina Desai, Diana
Hardcastle, Lillete Dubey. (122 min. ca.)
Secondo capitolo delle "avventure"
del gruppo inglese nel pittoresco hotel indiano.
Sorta di continuo
dell'innocuo quanto irritante e buonista/new age all'acqua di rose,
qui la voce narrante non è più di Evelyn Greenslade (Dench) ma
della cinica ravveduta Muriel Donnelly (Smith), giunta alla fine dei
suoi giorni. In realtà la questione era già stata chiusa più o
meno degnamente nella "scorsa puntata", quindi qui vengono
riprese le redini come pretesto. Infatti già si sapeva che la dolce
Evelyn e il timido e impacciato Douglas Ainslie (Nighy), succube
della moglie Jean (Wilton), sarebbero finiti insieme: le immagini
lasciavano poco spazio alla fantasia. Fare un passo indietro,
soltanto per arrivare alla dichiarazione ufficiale, è stata una
mossa molto poco furba. Potevano farla ricominciare iniziando a
mostrare loro due come coppia così la loro simpatia (dei due attori)
avrebbe portato un po' di verve ad una storia spenta, da telenovela
di basso rango, dall'intreccio povero, con percorsi triti e ritriti.
Anche la "storyline" del matrimonio che non s'ha da fare è
troppo banale e addirittura pesante. Un peccato, perché poi i colori
del posto, le scenografie e la fotografia hanno reso quel momento
davvero suggestivo. Ma il risultato è un minestrone di luoghi
comuni, il nuovo hotel una scusa per tentare di bissare il successo. Un Bollywood occidentale dal cast sprecato. Sì, perché se
anche la scorsa volta lo era, almeno le interpretazioni l'avevano
parzialmente salvato. In questo caso si sono aggiunti la solitamente
brillante Tamsin Greig - solitamente appunto, perché qui riesce a
far sorridere soltanto in una scena e giusto per due secondi
(recuperate la serie inglese/americana Episodes e vedrete
che potenziale comico ha questo donna. Lì sì è strepitosa) - e il
redivivo quanto inespressivo Richard Gere (nel suo ambiente naturale
a ben vedere, vista la sua religione e il suo backgroud che il
pubblico ha imparato a conoscere negli anni): le sue battute sono
imbarazzanti per banalità e ingenuità, il suo personaggio
tratteggiato male, piatto e addirittura incomprensibile. Gli altri
sono altrettanto sottotono. Una Maggie Smith inizialmente brillante
(seppur con qualche frasetta anche per lei troppo scontata), che poi
si spegne (la riflessione sulla morte ci sta ma il suo personaggio
pare diventato troppo lagnoso e buono per il suo standard e per come
era prima). Una Judi Dench che tenta di rifare se stessa ma rimane
bloccata dalla pessima caratterizzazione del suo personaggio. L'unica
scena in cui si è ripresa è quella del ballo, ma è veramente poca
cosa. Per gli altri tocca la stessa sorte. Dev Patel, è ancora più
insopportabile del solito poiché deve interpretare il ruolo del
fidanzato geloso e petulante. John Madden, già regista di Marigold Hotel* (ed anche tra i produttori), non riesce a dirigere gli
attori, segue pedissequamente la scarsa sceneggiatura, mostra i
luoghi così come li aveva mostrati la volta precedente senza uno
sforzo in più. Ricetta che "funziona" non si cambia: il
punto è che non era soddisfacente già prima (anzi, l'unica cosa
buona era avere Judi Dench come protagonista. Hanno cambiato proprio
questo). Un film inutile, pessimo e sdolcinato. Un sequel da
dimenticare. Da vedere solo per curiosità, altrimenti si può -
anzi, deve - benissimo evitare.
*Mia recensione
Voto: *1/2/**
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento