mercoledì 20 agosto 2014

The Life of David Gale di Alan Parker, thriller dai risvolti sociali, complesso e con molti colpi di scena. Sempre ottimi Kevin Spacey, Kate Winslet e Laura Linney. Sottovalutato.

Oggi voglio parlarvi di un thriller che tratta un argomento delicatissimo rimanendo a cavallo tra intrattenimento e denuncia. E' un film molto sottovalutato ma riuscito, sviluppato bene.
Mi riferisco a The Life of David Gale di Alan Parker.
Ecco la recensione (dato che è una pelliola che si basa sui colpi di scena NOn ci saranno SPOILER]:




 
The Life Of David Gale di Alan Parker del 2003. Con Kevin Spacey, Kate Winslet, Laura Linney, Lee Ritchey, Gabriel Mann, Matt Craven, Rhona Mitra, Leon Rippy, Melissa McCarthy. (130 min. ca.)
David Gale, ex professore di Filosofia all'Università del Texas, è condannato a morte per aver stuprato, torturato e soffocato Constance Harraway (Linney), sua amica e attivista con lui, guarda caso, proprio nella campagna contro la pena di morte. Tutte le accuse sono a suo sfavore (precedentemente era stato arrestato anche per un presunto stupro, poi ritirato perché inscenato da una sua studentessa) e nessuno sembra intenzionato a fermare l'esecuzione. In ogni caso Gale ha richiesto come ultimo desiderio di poter parlare con una giornalista e stendere le sue memorie, la sua verità, nello specifico Bitsey Bloom (Winslet) giovane e attraente, nota per tenere segrete le proprie fonti e per sfidare la giustizia anche a costo di essere arrestata. Sulle prime Bitsey sembra non credere sull'innocenza di Gale, ma piano piano, ascoltando le sue parole, riesce a ricostruire la morte della donna e si spingerà oltre il possibile. 




















Film intelligente che riesce ad unire l'impegno sociale con l'intrattenimento. Infatti sfocia nel thriller. E funziona esattamente come un thriller: quando allo spettatore sembra di aver capito come stanno le cose, eccolo venire sorpreso da più colpi di scena. E nel momento in cui crede ci sia qualcosa di poco chiaro e qualche buco di sceneggiatura, ecco che il puzzle comincia a completarsi coerentemente. 
Ma non è soltanto questo, sarebbe svalutarlo considerandolo solo per la parte di intrattenimento, per l'appunto. E' una pellicola che si scaglia palesemente contro la pena di morte e chi non l'aveva capito undici anni fa (molti critici erano stati severissimi) probabilmente aveva qualche scheletro nell'armadio politicamente parlando. 
Invece è un grande film: duro, crudo (le immagini della cassetta), senza speranza, in cui la giustizia americana fa una pessima figura. 
Ed è anche recitato divinamente: se Kevin Spacey ha proprio la faccia giusta con quell'espressione sempre sorniona e da mezzo bacato, Kate Winslet dimostra di saper recitare veramente, di avere i tempi giusti e l'espressività naturale. Laura Linney è una garanzia. La McCarthy è un po' strana in un ruolo inconsueto per lei che è sempre molto carina e simpatica. Gli altri fanno la loro parte. 
Ben realizzata e diretta da il buon Parker, con forse qualche elemento un po' parodossale e idealistico, è una pellicola solida, complessa ma non priva di pathos e di emozioni. 
Il finale è sconvolgente, geniale e spiazzante (come spesso succede, tra l'altro, quando c'è Kevin Spacey. Si ricordi I soliti sospetti di Bryan Singer e Seven di David Fincher). 
Un film sottovalutatissimo ma da vedere assolutamente. Consigliato.


Voto: ***1/2









Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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