Per continuare a parlare della filmografia di Philip Seymour Hoffman, grande perdita nel panorama cinematografico, oggi posterò la recensione di un altro film interpretato da lui in pieno stile indie (nel senso buono del termine)/indipendente: La famiglia Savage della regista Tamara Jenkins.
Mi ha colpito molto perché tratta un argomento delicatissimo con un garbo e un'ironia rari. E poi i due attori protagonisti fanno la differenza.
La famiglia Savage (The Savages) di
Tamara Jenkins del 2007. Con Laura Linney, Philip Seymour Hoffman, Philip Bosco. (113 min. ca.)
Il film racconta di due fratelli Jon e Wendy (Hoffman e Linney per l'appunto) che vivono distanti e che perciò non hanno rapporti, i quali dovranno
riavvicinarsi per prendersi cura del padre affetto da demenza senile.
Detta così sembrerebbe una banale pellicola come tante altre, invece
la Jenkins - sono suoi anche soggetto e sceneggiatura - riesce con
stile, intelligenza, garbo e sensibilità a mettere in scena uno
scorcio di vita senza cadere in inutili patetismi e senza prendersi
troppo sul serio.
Ricca di spunti, tocca un tema delicato e vicino a
tutti quale il prendersi cura dei genitori anziani, con leggerezza e
spruzzate di ironia/umorismo nero qua e là (per la serie: si ride
delle disgrazie. Ma ridendo si riflette e si esorcizza). Alcune situazioni sono volutamente al limite del paradosso.
Hoffman e la Linney sono spontanei e bravissimi a ricreare quel senso di familiarità (Hoffman gioca di sottrazione) e gli scontri tra fratello e sorella (ed i relativi guai personali): hanno colto proprio quella leggerezza e quella semplicità di cui sopra (aiutati da dialoghi altrettanto semplici ma efficaci, a volte anche duri e cinici). Ma è da menzionare anche l'interpretazione di Philip Bosco, il padre dei due.
La regia è pulita, senza virtuosismi, la fotografia ha i colori tipici dei film indie/indipendenti (a volte freddissimi e a volte molto caldi per esprimere i vari stati d'animo o a seconda delle varie situazioni narrate o ancora per sottolineare la differenza dei luoghi nei quali si svolgono le vicende: dalla calda Sun City in Arizona al freddo di Buffalo).
Ed in
effetti questo film è uno di quei piccoli gioiellini indipendenti
che riportano alla mente altri lavori riuscitissimi come LittleMiss Sunshine o Juno.
Meritatissime le Nomination
agli Oscar come Migliore Attrice per Laura Linney (semplicemente
adorabile ed espressivissima, ma quell'anno si è scontrata con
l'imbattibile Marion Cotillard de La vie en rose) e
Miglior Sceneggiatura (anche se ha vinto altri premi minori ma pur
sempre validi).
Bella anche la colonna sonora (anche se il tema
principale ha delle somiglianze palesi con il tema portante di Eternal Sunshine Of The Spotless Mind del compositore Jon Brion). Toccante.
Piacevolissima sorpresa da recuperare assolutamente. Dovrebbero farne
di più di queste commedie drammatiche intelligenti!
Voto: ****
Ecco il trailer:
L'avete visto? Opinioni?
(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
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