Mi riferisco a The Iron Lady di Phyllida Lloyd.
Ecco la recensione:
The Iron Lady di Phyllida Lloyd
del 2011. Con Meryl Streep, Jim Broadbent, Olivia Colman, Anthony
Head, Richard E. Grant, Roger Allam, Michael Pennington, Angus
Wright, Julian Wadham, Alexandra Roach, Harry Lloyd, Susan Brown. (105 min. ca.)
Margaret Thatcher (Streep), anziana, affetta da demenza senile con allucinazioni (vede suo marito Denis, interpretato da Broadbent, morto da anni e ci parla), ricorda i momenti salienti della sua vita e della sua carriera politica.
Film biografico che ripercorre l'esistenza dell'ex Primo Ministro britannico attraverso i suoi occhi. Phyllida Lloyd dirige ancora una volta Meryl Streep dopo il fortunato (e bruttino) Mamma Mia!*, senza guizzi, nessun brio.
Ovviamente la pellicola è costruita tutta intorno alla Streep stessa (che aveva l'Oscar già in tasca prima di cominciare a girarla), la quale, certo, fa un lavoro egregio sulla postura, la voce (con il relativo accento), i mugugni, gli atteggiamenti, il modo di gesticolare coadiuvata da un trucco davvero ottimo (meritevole dell'Oscar). Ogni tanto però l'effetto macchietta è in agguato (e il personaggio del marito/allucinazione è quantomai bidimensionale e telefonato).
Qualche filmato di repertorio qua e là e alcune scene ironiche non riescono a dare dinamismo a un'opera statica, schematica e didascalica tipica di genere. Di maniera, insomma.
Da vedere - in lingua originale - solo per curiosità (per la performance della Streep e per appurare se si sia veramente meritata quella - terza - Statuetta. Quell'anno però c'era chi se la sarebbe meritata di più...). Consigliato a metà.
*Mia recensione
Voto: **1/2
Il trailer:Margaret Thatcher (Streep), anziana, affetta da demenza senile con allucinazioni (vede suo marito Denis, interpretato da Broadbent, morto da anni e ci parla), ricorda i momenti salienti della sua vita e della sua carriera politica.
Film biografico che ripercorre l'esistenza dell'ex Primo Ministro britannico attraverso i suoi occhi. Phyllida Lloyd dirige ancora una volta Meryl Streep dopo il fortunato (e bruttino) Mamma Mia!*, senza guizzi, nessun brio.
Ovviamente la pellicola è costruita tutta intorno alla Streep stessa (che aveva l'Oscar già in tasca prima di cominciare a girarla), la quale, certo, fa un lavoro egregio sulla postura, la voce (con il relativo accento), i mugugni, gli atteggiamenti, il modo di gesticolare coadiuvata da un trucco davvero ottimo (meritevole dell'Oscar). Ogni tanto però l'effetto macchietta è in agguato (e il personaggio del marito/allucinazione è quantomai bidimensionale e telefonato).
Qualche filmato di repertorio qua e là e alcune scene ironiche non riescono a dare dinamismo a un'opera statica, schematica e didascalica tipica di genere. Di maniera, insomma.
Da vedere - in lingua originale - solo per curiosità (per la performance della Streep e per appurare se si sia veramente meritata quella - terza - Statuetta. Quell'anno però c'era chi se la sarebbe meritata di più...). Consigliato a metà.
*Mia recensione
Voto: **1/2
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