Mi riferisco a I nostri ragazzi di Ivano De Matteo.
Ecco la recensione:
I nostri ragazzi di Ivano De
Matteo del 2014. Con Luigi Lo Cascio, Giovanna Mezzogiorno,
Alessandro Gassmann, Barbora Bobuľová, Rosabell Laurenti Sellers,
Jacopo Olmo Antinori. (92 min. ca.)
Paolo (Lo Cascio), medico chirurgo e Massimo
(Gassmann), avvocato, sono due fratelli che si detestano cordialmente
(e così pure le loro mogli). Saranno coinvolti in una faccenda di
lavoro in comune, poi in una faccenda personale riguardante i loro
due figli che si sono rivelati insospettabilmente violenti. A quel
punto, la corda si spezzerà in maniera definitiva.
Film drammatico
liberamente ispirato al romanzo La cena di Herman Koch e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Giornate degli Autori.
Scritto molto bene, la vicenda si snoda in maniera complessa, su più
livelli (anche paralleli) che si intrecciano. Ciò che stupisce è la
verosimiglianza degli argomenti trattati e della messa in scena.
Il
ritmo sempre teso, fino al culmine finale (inaspettato) fa il resto.
Il merito va riconosciuto però anche agli attori. Tutti molto in
parte, concentrati, convincenti. I migliori sono Luigi Lo Cascio e
Alessandro Gassman: lasciano trasparire da ogni espressione del volto
la loro sofferenza, le loro emozioni. Brave anche Giovanna
Mezzogiorno (stranamente più calibrata del solito) e Barbora
Bobuľová (sempre molto delicata). Inquietanti, subdoli e credibili
- purtroppo, bisogna dire - Rosabell Laurenti Sellers, Jacopo Olmo
Antinori, nel ruolo di due adolescenti cresciuti nella bambagia,
sempre spalleggiati anche nelle avversità, perfino quando hanno
torto, dai genitori.
De Matteo, dopo il meraviglioso Gli equilibristi*, riesce a parlare ancora una volta di temi
scottanti senza perdersi, adoperando uno stile asciutto ed
essenziale, seppur romanzando le situazioni.
È un film angosciante
(il senso di inquietudine non molla per un minuto lo spettatore che
anzi, sarà sempre più disgustato ed incredulo dallo sviluppo della
vicenda) e, come accennato, plausibile. Anche se portato all'estremo
nei gesti, nelle azioni e di conseguenza nella recitazione, non perde
mai il filo del discorso. Sa cosa dire e come dirlo, mostra le
contraddizioni di due genitori e due professionisti nei loro
rispettivi lavori, che non riescono a far fronte alla valanga che sta
cascando loro addosso.
Una frase racchiude l'essenza dell'opera.
Quella che pronuncia Paolo alla moglie Chiara: "Ormai è tutto
finito", dopo essersi reso conto di ciò che hanno commesso il
figlio e la nipote.
Crea empatia, fa immedesimare e riflettere lo
spettatore che si domanderà: "Io cosa avrei fatto? Come mi
sarei comportato al posto loro?". Una sorta di Carnage
nostrano molto ispirato.
Da vedere assolutamente (anzi, bisognerebbe
proiettarlo nelle scuole). Consigliatissimo.
*Mia recensione
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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