Mi riferisco a Profondo rosso di Dario Argento.
Ecco la recensione:
Profondo rosso di Dario Argento
del 1975. Con David Hemmings, Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Glauco
Mauri, Giuliana Calandra, Clara Calamai, Macha Méril, Eros Pagni,
Nicoletta Elmi, Furio Meniconi, Piero Mazzinghi, Liana Del Balzo,
Aldo Bonamano, Geraldine Hooper, Jacopo Mariani. (127 min. ca.)
Roma. Helga Ulmann
(Méril), una sensitiva tedesca, sta tenendo una conferenza di
parapsicologia quando sente la presenza di un assassino pronto ad
uccidere. Tornata a casa infatti, la donna viene uccisa in modo
cruento. Mark Daly (Hemmings), un pianista americano, inquilino del
piano di sopra, scopre il cadavere, ne parla con la polizia, ma vuole
lui stesso indagare sulla verità. Però comincia a venire
perseguitato da segni (anche da una canzoncina per bambini) e a
venire minacciato da questa sorta di fantasma. Lo aiuterà Gianna
Brezzi (Nicolodi), una giornalista in cerca di scoop.
Thriller/giallo
d'atmosfera con venature horror/splatter.
Ha una trama che si snoda a poco a poco, seminando indizi qua e là.
Al regista sembra non interessare tanto la storia in sé quanto la messa in scena, il creare la tensione dal nulla, mostrando particolari in soggettiva, come se tutto fosse visto con lo sguardo del killer.
Uso creativo della macchina da presa, ottimo montaggio, ambientazioni suggestive (soprattutto l'interno della casa fatiscente o la scuola media), sfruttamento delle luci e ombre.
Gli effetti sonori e la celebre colonna sonora dei Goblin giocano un ruolo fondamentale per creare quel terrore strisciante.
Interessante il finale circolare che fornisce la spiegazione della logica dell'assassino.
Gli attori sono in parte e recitano in modo un po' affettato, come si conviene nei film di questo genere "all'italiana". David Hemmings però è sempre carismatico e Clara Calamai è memorabile.
Un film disturbante, inquietante e suggestivo non propriamente d'orrore, che ha le sue belle scene importanti ed è visivamente d'impatto.
Il sangue palesemente finto e vischioso in qualche maniera aiutano lo spettatore a non farsi più di tanto impressionare.
Cult da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
Ha una trama che si snoda a poco a poco, seminando indizi qua e là.
Al regista sembra non interessare tanto la storia in sé quanto la messa in scena, il creare la tensione dal nulla, mostrando particolari in soggettiva, come se tutto fosse visto con lo sguardo del killer.
Uso creativo della macchina da presa, ottimo montaggio, ambientazioni suggestive (soprattutto l'interno della casa fatiscente o la scuola media), sfruttamento delle luci e ombre.
Gli effetti sonori e la celebre colonna sonora dei Goblin giocano un ruolo fondamentale per creare quel terrore strisciante.
Interessante il finale circolare che fornisce la spiegazione della logica dell'assassino.
Gli attori sono in parte e recitano in modo un po' affettato, come si conviene nei film di questo genere "all'italiana". David Hemmings però è sempre carismatico e Clara Calamai è memorabile.
Un film disturbante, inquietante e suggestivo non propriamente d'orrore, che ha le sue belle scene importanti ed è visivamente d'impatto.
Il sangue palesemente finto e vischioso in qualche maniera aiutano lo spettatore a non farsi più di tanto impressionare.
Cult da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
Voto: ***1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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