Il risultato è altalenante per qualità e interesse.
Mi riferisco a The Turning di registi vari.
Ecco la recensione:
The Turning di registi vari, tra
cui gli attori Mia Wasikowska e David Wenham, del 2013. Con Cate
Blanchett, Richard Roxburgh, Callan Mulvey, Mirrah Foulkes, Rose
Byrne, Miranda Otto, Myles Pollard, Matt Nable, Dan Wyllie, Harrison
Gilbertson, Susie Porter, James Fraser, Hugo Weaving. (180 min. ca.)
Film composto
da diciotto episodi basati su una raccolta di racconti brevi di Tim
Winton (dal titolo omonimo).
Progetto particolare e ambizioso: questi
cortometraggi sono molto diversi tra loro ma tutti accomunati
dall'ambientazione australiana (come la produzione, i registi, il
cast) e le vicende dolorose che devono passare i protagonisti (quasi
sempre si parla di alcolismo).
Purtroppo però, il cambiamento di
stile e il sali e scendi della qualità tra regista e regista, porta
anche un effetto spiacevole che ricade sull'attenzione dello
spettatore che arriverà piuttosto sfiancato alla fine delle tre ore.
I migliori episodi sono probabilmente quelli della Wasikowska (Long,
Clear View) e di Simon Stone (Reunion).
Il primo ha
una grande sensibilità, anche dal punto di vista registico, per
l'appunto, non sembra girare a vuoto come gli altri. Ottimo esordio
dietro la macchina da presa per la brava e giovanissima Mia.
Il
secondo ha dalla sua parte una Cate Blanchett come sempre magnetica
che offre una performance - seppur breve - ricca di sfumature. Tra
l'altro, doveva essere lei a dirigerlo, ma poi ha preferito affidarsi
a Stone (che però pare leggermente spaesato). Comunque la
sceneggiatura è di suo marito, Andrew Upton. Questo episodio poi è
di rottura perché sa ridere delle disgrazie, sa cogliere l'ironia
delle cose (si svolge a Natale e Vic - Richard Roxburgh - e Gail Lang
hanno invitato la madre di lui a pranzo. Per una serie di motivi si
ritrovano nel giardino di alcuni vecchi parenti, dice l'anziana, che
addirittura si tuffa in piscina e Gail con lei. Purtroppo però la
casa non è quella giusta....). Insomma, si ridacchia piuttosto
amaramente (anche qui si parla dei problemi di alcolismo del padre di
Vic e della madre della donna). Interessante, anche se fin troppo
breve per andare a fondo della questione. Un peccato.
Il resto è
piuttosto evanescente, poco incisivo anche se l'impegno c'è. Inoltre
si scimmiotta lo stile di altri registi (uno su tutti Malick) senza
riuscire ad equipararli e dei bravissimi attori sono sfruttati male:
Miranda Otto e Hugo Weaving ad esempio.
Bizzarro.
Da vedere per
curiosità. Consigliato a metà.
Voto: **1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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