venerdì 18 marzo 2016

Velvet Goldmine di Todd Haynes, finta biografia su un cantante palesemente ispirato a David Bowie e pretesto per raccontare il periodo glam rock in modo stravagante, ricercato e libero

Oggi vi voglio parlare di un film di un po' di anni fa. Un film diretto da un grande regista contemporaneo che ha firmato due dei miei film preferiti tra l'altro (ma a voi non interessa :P).
Mi riferisco a Velvet Goldmine di Todd Haynes.
Ecco la recensione:





Velvet Goldmine di Todd Haynes del 1998. Con Jonathan Rhys Meyers, Ewan McGregor, Christian Bale, Toni Collette, Eddie Izzard. (123 min. ca.)
1984. Arthur Stuart (Bale), giornalista dell'Herold Tribune, deve scrivere un articolo su Brian Slade (Rhys Meyers), cantante londinese glam rock che ha simulato il suo omicidio durante un concerto e successivamente è scomparso. Ripercorrerà i vari momenti della carriera di Slade, ritornando con la mente a dieci anni prima, quando lui stesso era un suo fan sfegatato e avrà l'opportunità di parlare con Mandy (Collette), l'ex moglie del cantante, e Curt Wilde (McGregor), altro cantante con cui Slade aveva collaborato e aveva avuto una relazione. 




















Finta biografia di un personaggio palesemente ispirato a David Bowie (che non ha autorizzato l'uso delle sue canzoni dato che non approvava il riferimento alla sua sessualità) e film musicale estroso, bizzarro, ricco di invenzioni. 
Todd Haynes sa cosa vuole dire e come vuole descrivere la scena glam rock inglese, ossia ricca di eccessi, promiscua, coloratissima. 
Gli attori sono bravissimi. Jonathan Rhys Meyers ci sa fare anche se in verità non ha quel carisma necessario al personaggio. Più convincente Ewan McGregor: faccia da schiaffi e fisicità adatta ad un personaggio estremo. Christian Bale è una buona spalla (certo, era ancora acerbo). Toni Collette qui ha un ruolo diverso da quelli per cui è conosciuta: da donna sensuale e tuta d'un pezzo (che dimostrerà poi negli anni la sua fragilità). Molto in gamba. 
Scritto bene e diretto altrettanto, ha un inizio folgorante, ma in tutta quell'eccentricità c'è molta anarchia e la storia appare un po' troppo telefonata, poco coinvolgente, così come la recitazione e alcuni momenti siano sopra le righe. Inoltre il ritmo è altalenante (in prevalenza verso la metà). Rimane comunque un film da premiare per la libertà espressiva (anche di mostrare con disinvoltura immagini esplicite di sesso - orge ad esempio - droga e nudo) nel raccontare un periodo artistico/musicale affascinante e che evidentemente ad Haynes è particolarmente caro (e lui si spende sempre per una ricerca stilistica/estetica con l'uso e il gioco di luci). 
Ottimi i costumi di Sandy Powell (ha avuto la nomination all'Oscar) e la colonna sonora con bei brani originali e non (Brian Eno, Thom Yorke, Brian Ferry, Lou Reed o anche di Carter Burwell): il terzetto di Carol* non si smentiva neanche allora. 
Un po' stridente, non del tutto perfetto ma da vedere per curiosità. Consigliato.


*Mia recensione
Voto: ***






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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