Mi riferisco a Ray di Taylor Hackford.
Ecco la recensione:
Ray di Taylor Hackford del 2004.
Con Jamie Foxx, Kerry Washington, Regina King, Clifton Powell, Harry
Lennix, Bokeem Woodbine, Aunjanue Ellis, Sharon Warren, C.J. Sanders,
Curtis Armstrong, Richard Schiff, Larenz Tate, Terrence Howard, David
Krumholtz, Wendell Pierce, Chris Thomas King, Thomas Jefferson Byrd,
Rick Gomez, Denise Dowse, Warwick Davis, Patrick Bauchau, Robert
Wisdom, Kurt Fuller, Rick Gomez. (152 min. ca.)
La vita del cantante e pianista Ray
Charles (Foxx), dall'inizio della sua carriera, all'ascesa nelle
classifiche, facendo un passo indietro nella sua infanzia infelice:
la povertà, la morte di suo fratello minore George, l'essere
diventato cieco a sette anni.
Classica biografia in musica che mette
in evidenza il genio di un artista inimitabile ma anche il fatto che
fosse una persona testarda - in positivo e in negativo - che ha
sbagliato parecchio. Soprattutto mostrando i suoi problemi di droga e
con le donne: la moglie Della Bea stava a casa, mentre lui in tour
aveva relazioni con le sue coriste e continuava a farsi di eroina.
La
sceneggiatura è discreta ma a compartimenti stagni e alcuni
avvenimenti come la segregazione razziale contro cui si era battuto
Charles vengono toccati superficialmente quasi come un aneddoto,
gettati così in faccia allo spettatore.
La regia è poco creativa
anche se piuttosto centrata (forse proprio perché segue un certo
schema, come accade quasi sempre con i film biografici). I flashback
poi appesantiscono il tutto, forzando e drammatizzando la recitazione
(bisogna però ammettere che C.J. Sanders, bambino che interpreta il
protagonista da giovane, è molto bravo).
Il finale è tirato via,
sopra le righe, affrettato e sembra rovinare tutta l'atmosfera.
Le
suggestioni date dalla fotografia, le scenografie, la ricostruzione
dei vari periodi sono proprio le cose che funzionano meglio insieme
ovviamente a lui, Jamie Foxx, che si cala totalmente nei panni di Ray
Charles, scompare nel personaggio, non ne fa una mera macchietta
anche se ne riproduce perfettamente le movenze inconfondibili, la
camminata, la postura, la voce. Inoltre, è lui stesso a suonare il
piano (essendo lui stesso musicista e aver studiato lo strumento
vincendo anche una borsa di studio), perciò le mani che si vedono
inquadrate sono proprio le sue, non di un altro. Ray
Charles in persona, ancora in gamba durante le prove, aveva dato la sua
approvazione e aveva studiato con lui molti brani che si sentono
all'interno della pellicola. Comunque ha dovuto imparare sui
novantasei brani (pezzi o interi). Grande impegno e grandissima
performance: un Oscar meritatissimo il suo, principalmente per la
credibilità che porta il pubblico a dimenticarsi di star guardando
l'interpretazione di un attore data da somiglianza con l'originale.
In gamba anche il resto del cast. Ottima - manco a dirlo - la colonna
sonora (Foxx ovviamente è in lip sync).
Un film, come già
accennato, sostenuto e voluto da Charles - il quale purtroppo, è
venuto a mancare poco prima che fosse proiettato nelle sale -,
intenso, coinvolgente e piacevole, ma un po' troppo di maniera per
convincere fino in fondo.
Comunque da vedere (anche soltanto per le
musiche e per Foxx). Consigliato.
Voto: **1/2/***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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