Mi riferisco a Brooklyn di John Crowley.
Ecco la recensione:
Brooklyn di John Crowley del
2015. Con Saoirse Ronan, Emory Cohen, Domhnall Gleeson, Jim
Broadbent, Julie Walters, Bríd Brennan, Jane Brennan, Fiona
Glascott, Jessica Paré, Eileen O'Higgins, Emily Bett Rickards, Jenn
Murray, Nora-Jane Noone, Michael Zegen, Gerard Murphy. (111 min. ca.)
Irlanda, 1952.
Eilis (Ronan) è una ragazza semplice che lavora in un negozietto del
suo paese. Per darle un futuro migliore, la sorella maggiore si
accorda con un prete irlandese (Broadbent) per farla andare a vivere
in America. Eilis accetta e va a lavorare in un grande magazzino a
Brooklyn e sarà ospitata nel convitto femminile con a capo Miss
Kehoe (Walters). Dapprima la nostalgia di casa si farà
prepotentemente sentire, ma Eilis presto si innamorerà di Tony
(Cohen), un ragazzo italiano che lavora come idraulico. Purtroppo
l'improvvisa morte della sorella e la solitudine della madre la
riporteranno in Irlanda. Per sempre?
Dramma sentimentale ben
integrato nel periodo storico in cui è ambientato, che dapprima ha
toni più da commedia e poi via via prende un'altra strada, più
sentimentale, appunto.
Ben sceneggiato da Nick Hornby, pieno di
ritmo, di profondità ma al contempo leggerezza, riesce nell'intento
di raccontare una storia semplice con molta umanità e dolcezza.
Dolcezza che è anche una delle caratteristiche della protagonista,
una ragazza tranquilla, riservata, non appariscente, senza tanti
grilli per la testa, ma determinata, sveglia, acuta, fondamentalmente
buona. Soltanto alla fine mostra una certa ambiguità e un modo di
fare non troppo corretto (ed è anche il punto in cui la trama
diventa banale e tirata via. Convenzionale, per meglio dire), da
imputare alla sua giovane età e alla poca esperienza, certo.
Saoirse
Ronan è perfetta: sembra vivere realmente quelle emozioni, è
espressiva senza andare sopra le righe, senza caricare.
Un'interpretazione intensa e tenera. Nomination all'Oscar come
Migliore Attrice meritata (più di Brie Larson per Room*). Ma anche il resto del cast è valido.
Emory Cohen, Tony, il ragazzo per bene italoamericano, è in parte.
Julie Walters nel piccolo ruolo della padrona del convitto è
simpatica. Domhnall Gleeson qui ha una parte dimessa ma importante e
lui la interpreta con garbo (come al suo solito). Sempre bello
ritrovare Jim Broadbent. Belle le scenografie, la fotografia. Come
per Carol* (anche quest'ultimo curiosamente ambientato nel
1952), si viene trasportati in quell'ambiente vintage e ci si lascia
totalmente coinvolgere.
Purtroppo però la storia non è altrettanto
buona o comunque non ha granché di interessante da dire se non
raccontare i cambiamenti nella vita di Eilis. Un po' poco per essere
nominato agli Oscar come Miglior Film.
John Crowley è stato bravo a
ricreare quel senso di familiarità, quella delicatezza che molte
pellicole romantiche non hanno, ma si ferma lì.
Poi ovviamente ci
sono i vari ricatti emotivi - e toni da soap opera - che fanno commuovere per forza (le
vicissitudini della protagonista rendevano obbligatorie certe scene),
però sempre con una certa compostezza.
Un film sicuramente
piacevole, di atmosfera, girato con intelligenza e recitato con
impegno, ma prevedibile, poco originale. Colonna sonora non
memorabile.
Comunque da vedere. Consigliato.
*Mie recensioni
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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