Mi riferisco ad Everest di Baltasar Kormákur.
Ecco la recensione:
Everest di Baltasar Kormákurd
del 2015. Jason Clarke, Jake Gyllenhaal, Josh Brolin, John Hawkes,
Robin Wright, Michael Kelly, Keira Knightley, Sam Worthington, Emily
Watson, Elizabeth Debicki, Martin Henderson, Tom Goodman-Hill, Naoko
Mori, Thomas M. Wright, Mark Derwin, Clive Standen, Ingvar Eggert
Sigurðsson. (121 min. ca.)
Nel 1996, il gruppo di scalatori capitanato dalla guida
Rob Hall (Clarke), sposato con Jan (Knightley) in procinto di avere
una figlia, e l'altro formato dallo spavaldo Scott Fisher
(Gyllenhaal), si danno manforte per evitare confusione con gli altri
gruppi e arrivare entro la data stabilita sull'Everest. Le condizioni
meteorologiche avverse, disorganizzazione, stanchezza e carenza di
ossigeno metteranno in difficoltà la spedizione. Otto di loro
moriranno (tra cui proprio la guida).
Solita pellicola di genere
catastrofico/sopravvivenza/avventura/azione - tratta da una storia vera -
con tragedia dietro l'angolo. Bella la ricostruzione degli eventi,
ottime le scenografie (è stato girato in Nepal, Alto Adige, Roma e
Inghilterra), la fotografia e gli effetti visivi utilizzati in modo
funzionale, senza esagerare. Ottimo - e ricco - anche il cast.
Questi
gli unici elementi a favore, poiché la trama, per quanto
appassionante e ricca di tensione, è purtroppo prevedibile e, cosa
ben più grave, non si riesce a provare empatia per i personaggi:
neanche le ripetute telefonate di Jan al marito con Helen Wilton
(Watson), che gestiva il campo base, in lacrime anche lei, servono a
far provare un minimo di pena o di simpatia allo spettatore, poiché
il suicidio era annunciato e i protagonisti dalla vicenda sapevano a
cosa andavano incontro.
Si può applaudire l'incoscienza? Sì, se i
toni fossero stati diversi come in Into the Wild, se
avessero sottolineato il rapporto con la natura, se tutto fosse stato
più poetico e meno superficiale, ma qui c'era solo la voglia di
mettersi in gioco, ben sapendo quale sarebbe stato, nel caso, il
prezzo da pagare. Certo, il fatto di mostrare le cose in modo
obiettivo e realisticamente poteva essere un vantaggio per l'opera in
sé (ed effettivamente non è il classico blockbusterone), al
contrario, è stata un'arma a doppio taglio. Si sente la sofferenza e
pare quasi di essere lì insieme a loro, eppure manca qualcosa per i
motivi di cui sopra, perché tutto sommato la fattura è buona. Gli
attori si impegnano (ottimo davvero Brolin), tuttavia anche loro non
riescono a fare un miracolo.
Un film che intrattiene (ma, ancora,
come si fa a godere della morte di persone per un motivo - lasciando
da parte il coraggio, l'ambizione, ecc... - tanto inutile o della
salvezza parziale di altre?), inevitabilmente coinvolge e al contempo
fa addirittura arrabbiare (per portare in salvo qualche componente
del gruppo e per andare a recuperare le salme sono state messe a
repentaglio la vita di altre persone. Anzi, due addirittura sono
morte).
Proiettato in aprtura della scorsa Mostra del Cinema di
Venezia. Mah.
Da vedere per curiosità. (C'è anche in 3D).
Consigliato solo per la parte visiva.
Voto: **1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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