Mi riferisco a Mosquito Coast di Peter Weir.
Ecco la recensione:
Mosquito Coast (The Mosquito Coast) di Peter Weir del
1986. Con Harrison Ford, Helen Mirren, River Phoenix, Conrad Roberts,
Andre Gregory, Martha Plimpton, Dick O'Neill, Jadrien Steele, Michael
Rogers, Hilary Gordon, Rebecca Gordon. (117 min. ca.)
Allie Fox (Ford), americano
marito e padre di quattro figli, è un inventore anticonformista e
idealista, gran contestatore. Decide di partire per la Mosquito Coast
in Honduras ed installare lì nella giungla una macchina per il
ghiaccio. Le condizioni precarie peggiorano con l'arrivo di tre
banditi. Inoltre, deve fare i conti anche con un prete "predicatore"
del luogo (Gregory).
Tratta dal romanzo omonimo di Paul Theroux, è
una pellicola drammatica e d'avventura visionaria ed inquietante.
Il
delirio di onnipotenza e la follia idealista/anticapitalista di
quest'uomo fagocita se stesso e la sua famiglia. Gli intenti positivi
iniziali si trasformano in un incubo e le sue idee sono forse più
estreme o addirittura paragonabili a quel prete che lui tanto odia.
Girato benissimo, con inquadrature meravigliose della natura
selvaggia, scritto magnificamente da Paul Schrader, pecca soltanto
nel finale un po' troppo tirato via.
Ma ha dalla sua un cast
eccezionale. A partire dal protagonista. Un Harrison Ford in uno dei
ruoli più riusciti della sua carriera: totalmente in parte e
disturbato. Ha la fisicità, l'espressività e il piglio giusti.
Helen Mirren interpreta una moglie totalmente servile ma spaventata
in modo molto naturale. Ci sono anche i giovanissimi River Phoenix
(sempre in gamba) e Martha Plimpton. E una simpatica spalla qual è
Conrad Roberts.
La recitazione è comunque sopra le righe, così come
tutta la vicenda, che appare subito fuori da tutti gli schemi.
Si
parla anche di ecologia, in modo un po' superificiale ma viene
trattata nel momento in cui succede il disastro.
Come sempre Peter
Weir riesce a creare un clima suggestivo e minaccioso solo con poche
inquadrature, senza mai far vedere più del dovuto, suggerendo la
violenza, la paranoia senza mostrarla esplicitamente. Qualità rara.
Non è un film perfetto poiché molte cose appaiono finte,
telefonate, altre forzate, eppure funziona. Anche per il ritmo sempre
teso, per l'uso funzionale degli ambienti (alcune scene stupiscono
per il realismo: quella della tempesta ad esempio).
Grande apporto del fidato Maurice Jarre che sa
creare tensione fin dai titoli di testa.
Da vedere. Consigliatissimo.
Voto: ***/***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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Film memorabile, ne ho un bel ricordo, mi hai fatto venire voglia di rivederlo.
RispondiEliminaOh, bene! Certo, fa un po' impressione.
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