Mi riferisco a Gli amanti del Pont-Neuf di Leos Carax.
Ecco la recensione:
Gli amanti del Pont-Neuf (Les Amants du Pont-Neuf) di Leos
Carax del 1991. Con Juliette Binoche, Denis Lavant, Klaus-Michael
Grüber. (125 min. ca.)
Parigi, 1989. Sul Pont-Neuf - in ricostruzione - Alex
(Lavant), un clochard che si guadagna da vivere come sputatore di
fuoco e Michèle Stalens (Binoche), una studentessa d'arte affetta da
una rara malattia agli occhi che la sta portando alla cecità
scappata di casa e che ora vive per strada, si incontrano. A fare da
"mediatore" Hans (Grüber), un altro clochard, di mezza
età. L'amore dei due sembra impossibile, travagliato per le
condizioni disastrose in cui si trovano. Eppure trovano la forza per
andare avanti.
Pellicola sentimentale/drammatica dalla lavorazione
travagliata (set spostato, sforamento di budget e annullamento di
accordi per la ricostruzione del ponte, l'infortunio di Denis Lavant
che ha causato il tutto e ha fatto posticipare le riprese per quasi
un anno) che racconta la storia di un amore più forte delle
avversità.
Nessuno ci avrebbe scommesso nulla, lo spettatore stesso
rimane incredulo a guardare le vicende di questi ultimi, spostati e
sfortunati che hanno bisogno soltanto di qualcuno a cui aggrapparsi,
Sofferenza, stupore, vitalità e una Parigi postmoderna decadente.
Molte scene e inquadrature riescono a dare un senso al tutto anche
senza troppo dialogo (ma che, quando viene usato, sfodera delle perle
sublimi).
La fotografia è spettacolare e i toni surreali/visionari e lirici
fanno il resto.
L'alternanza poi di momenti crudissimi e realistici
(della vita in povertà, del carcere, della forma fisica non proprio
brillante - per usare un eufemismo - dei protagonisti) a momenti di
una tenerezza disarmante, provocano un effetto strano di repulsione
mista ad un coinvolgimento totale.
La sceneggiatura (dello stesso
Carax) e la regia sono ispirate, coerenti, originali, piene di invenzioni.
Se alcune soluzioni
appaiono gratuite, ecco che arriva una successiva ripresa.
E i due
attori sono perfetti e credibili (sembrano senza filtri). Juliette
Binoche imbruttita e malandata nel suo handicap, regala un'interpretazione
straordinaria, toccante, vera, così come quella di Denis Lavant,
così goffo ma adorabile nella sua inquietudine e dipendenza.
Sì, è
un film che parla di dipendenza amorosa ma anche di un amore vero, di
due anime sole che si trovano. E quando il cinema sa raccontarlo in
questo modo, il risultato è un gioiellino.
Toccante, appassionante,
vibrante, straniante, passionale, romantico, solo all'apparenza deprimente.
Tutto funziona,
anche la colonna sonora.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
"Qualcuno vi ama.
Se amate qualcuno domani gli direte:
«Il cielo è bianco oggi».
Se sono io risponderò:
«Ma le nuvole sono nere».
Così sapremo che ci si ama".
"Le persone che si sognano di notte bisognerebbe chiamarle la mattina, al risveglio. La vita sarebbe più semplice. 'Ciao, ti ho sognato stanotte. È l'amore che mi ha svegliato'".
Voto: ****
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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