Mi riferisco a Giorni e nuvole di Silvio Soldini.
Ecco la recensione:
Giorni e nuvole di Silvio
Soldini del 2007. Con Margherita Buy, Antonio Albanese, Giuseppe
Battiston, Alba Rohrwacher, Carla Signoris, Fabio Troiano, Paolo
Sassanelli, Arnaldo Ninchi
Tatiana Lepore. (116 min. ca.)
Genova. Elsa (Buy) e
Michele (Albanese) sono marito e moglie e genitori di Alice
(Rohrwacher), fidanzata con Roberto (Troiano). Lei, per soddisfazione
personale, si è appena laureata e lavora come volontaria per
passione come restauratrice di affreschi. Lui è imprenditore e ha
una ditta in società. Vivono in un bell'appartamento di lusso. Tutto
sembra andare per il meglio - hanno anche deciso di ritagliarsi una
vacanza - invece non è così: Michele per un litigio con il nuovo e
il vecchio socio e amico è stato estromesso dalla sua stessa azienda
e ha tenuto all'oscuro la moglie e la figlia. Quando lo viene a
sapere, Elsa è sconvolta, incredula. Si dà da fare e trova qualche
lavoretto. Prima in un call center, poi come segretaria (accantonando
per un po' il restauro). Michele invece, che stava già cercando da
mesi un nuovo impiego, non riesce a trovare nulla che non sia
degradante e davvero al di sotto delle sue possibilità. La
situazione familiare perciò comincia ad andare a pezzi.
Commedia
drammatica che racconta la precarietà lavorativa (quando ancora non
eravamo proprio nella crisi del lavoro ed economica) e dei rapporti
in maniera molto semplice e con lucidità. La vita quotidiana viene
narrata con naturalezza e la vicenda - che poteva risultare banale -
appare anche piuttosto imprevedibile per merito di qualche trovata
qua e là.
Lo stile è quello solito di Soldini, questa volta con una
vena più malinconica, ma che non rinuncia a qualche battuta qua e là
e a far strappare anche soltanto un sorriso allo spettatore.
Un'altra
caratteristica del cinema del regista, è lo sguardo sempre
disincantato, sempre così fantasioso ed inoltre la capacità di
sfruttare bene l'ambiente in cui è ambientata la pellicola,
adoperando le cadenze dialettali con simpatia per tratteggiare al
meglio i personaggi, cogliendo le abitudini, i modi di fare (e
addirittura trovando i volti giusti), usando le varie città senza
farle diventare da cartolina.
Se la Venezia di Pane e tulipani
era colorata, suggestiva, sognante e surreale, qui Genova è grigia
(a parte qualche tocco di colore del ristorante della figlia
ribelle), fredda.
I due protagonisti sono perfetti e si bilanciano. E
anche gli attori se la cavano benissimo.
Margherita Buy come sempre
fa l'isterica e la costernata ma in modo non troppo urlato e comunque le si contappone un bravissimo Antonio Albanese molto pacato, che
gioca di sottrazione in maniera convincente, senza mai essere fuori
posto. Poi troviamo un'Alba Rohrwacher forse non ancora molto matura,
leggermente impacciata (si mangia davvero troppo le parole) ma in
parte. C'è anche il bravissimo Battiston con un inconsueto - leggero
- accento genovese. Paolo Sassanelli è credibile nel fare lo
sbruffone e via gli altri che ben si integrano nel gruppo.
Un film
scritto bene e diretto con polso che pur con qualche ripetizione e
prolissità riesce a parlare con leggerezza e tenerezza di argomenti
delicati e difficili da gestire senza che sfuggano di mano.
Il finale
aperto, senza una vera e propria soluzione (e probabilmente neanche
così verosimile), regala una scena toccante e per niente sdolcinata,
coerente però con tutto il resto dell'opera. L'ottimismo del regista è più ombroso ma c'è.
Da vedere. Consigliato.
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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