Mi riferisco a Fuga di mezzanotte di Alan Parker.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, immagini SPOILER]:
Fuga di mezzanotte (Midnight Express) di Alan Parker
del 1978. Con Brad Davis, Randy Quaid, John Hurt, Irene Miracle,
Paolo Bonacelli, Paul L. Smith, Bo Hopkins, Norbert Weisser, Mike
Kellin, Franco Diogene, Michael Ensign, Gigi Ballista, Kevork
Malikyan, Peter Jeffrey, Joe Zammit Cordina. (121 min. ca.)
Istanbul, Turchia. Billy Hayes (Davis),
giovane americano in vacanza con la fidanzata, Susan
(Miracle), viene arrestato per possesso di due chili di hashish
(nascosti sotto gli indumenti). Conoscerà la brutalità del carcere
di Sagmacilar. Dapprima il giudice (Ballista) ha accettato la
collaborazione del ragazzo con un patteggiamento a quattro anni. Poi
le autorità lo prenderanno come capro espiatorio e lo condanneranno
a trent'anni di reclusione. A quel punto per Billy non resta che la
fuga.
Tratto dall'omonima autobiografia del vero Billy Hayes, è un
film drammatico/thriller crudo, brutale, sporchissimo, senza sconti e
con alcune scene estreme e memorabili.
Girato a Malta (fu vietato di
girare in Turchia. Le uniche immagini che si vedono sono all'inizio
poiché la troupe aveva trovato il pretesto della realizzazione di uno spot
pubblicitario) e in Grecia, è un film d'atmosfera, di grande
suggestione (per gli ambienti ed anche per la lingua), con un
protagonista eccezionale sconosciuto fino ad allora: avevano pensato
a Richard Gere o a John Travolta ma il regista per dare un taglio più
realistico alla vicenda scelse lui, Brad Davis (scomparso troppo prematuramente). E vide giusto. Si è rivelato
espressivo e totalmente in parte, credibile. Grandioso anche John
Hurt (si dice che per interpretare il suo personaggio non si lavò
per molti giorni, tanto che gli altri cercavano di stargli più
lontani possibile) nel ruolo un po' sopra le righe di un dipendente
da gastroprotettori (codeina in vena). Bravissimo anche Randy Quaid.
Nel cast anche degli attori italiani magnifici: da Paolo Bonacelli
che ha un ruolo cruciale, ossia Rafki, un detenuto-informatore e
che condivide con il protagonista una delle scene più scioccanti della
pellicola, a Franco Diogene che interpreta l'avvocato buono a nulla
Yesil a - come menzionato più sopra - Gigi Ballista nei panni del
giudice. Claustrofobia, perdizione, lo spettatore sprofonda nella più
cupa disperazione mista a rassegnazione. Il protagonista tocca il
fondo (soprattutto quando finisce quasi per impazzire e lo
trasferiscono nel reparto quasi sotto terra per malati mentali) e può
solo risalire. Tutto ciò viene raccontato con grande semplicità
mescolando realismo e finzione, sfruttando in maniera ottima gli
ambienti. Un plauso ovviamente al regista ma anche allo sceneggiatore
Oliver Stone (il quale tra l'altro aveva avuto un'esperienza simile)
che fece vincere uno dei due Premi Oscar.
Un film diventato cult a
ragione nonostante si calchi la mano sul solito patriottismo
americano (ed infatti il vero Billy non rimase soddisfatto per come
vengono dipinti i turchi).
Interessante la colonna sonora di Giorgio
Moroder realizzata col sintetizzatore (prima colonna sonora da lui composta, tra l'altro), che fu scelto da Parker per essere rimasto colpito
dall'ascolto di I Feel Love con Donna Summer: si aggiudicò il
secondo Oscar.
In definitiva un pugno sullo stomaco e un
intrattenimento paradossalmente piacevole e intelligente, dal ritmo
sempre teso, senza mai cadute.
Da vedere assolutamente.
Consigliatissimo.
(Interessante che dopo soli quarantuno giorni
dall'uscita nelle sale U.S.A. e Tuchia collaborarono per far
diventare legge lo scambio dei prigionieri).
Voto: ***1/2/****
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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