Mi riferisco ad American Sniper di Clint Eastwood.
Ecco la recensione:
American Sniper di Clint
Eastwood del 2014. Con Bradley Cooper, Sienna Miller, Luke Grimes,
Jake McDorman, Kyle Gallner, Sam Jaeger, Cory Hardrict, Navid
Negahban, Brian Hallisay, Eric Close, Eric Ladin, Keir O'Donnell,
Jonathan Groff, Luis Jose Lopez. (132 min. ca.)
La storia di Chris Kyle (Cooper),
trentenne cecchino in Iraq che dopo la sua interruzione del servizio
e finalmente il suo ritorno a casa, nel 2013, viene ucciso da un ex
commilitone.
Film che racconta la tragica e paradossale vicenda,
tratta dall'omonima autobiografia di Chris Kyle (con l'ovvia aggiunta
finale), in modo molto realistico e asciutto, senza tante forzature.
È il dramma del protagonista, di un individuo quello che interessa e
l'attenzione si focalizza lì, non tanto sull'America in sè. Il
dramma di chi va in guerra credendosi spavaldo ed invincibile, che
parte per salvare la patria e che poi viene travolto e provato
dall'esperienza con conseguente alienazione e stress. Lo stesso
disturbo post traumatico da stress da cui è affetto l'assassino di
Kyle che dopo il danno ha avuto pure la beffa.
La pellicola
racconta sostanzialmente la storia dall'incontro con Taya Renae Kyle
(Miller) - che diventerà sua moglie e madre di due bambini - dopo
una relazione sbagliata per il carattere un po' rozzo di lui,
cresciuto come un vero "repubblicano". Amante della caccia,
rodeo e credente. E nel contempo l'arruolamento (dopo l'11 settembre)
nei Navy SEAL. In servizio diventerà "Leggenda": un
cecchino senza scrupoli ed esitazioni.
Lontano dall'essere meramente
retorico, se la morale è presente è misurata e viene proposta con
eleganza. È tutto raccontato con lucidità senza dimenticare il
ritmo e la sensibilità. Patriottico lo è di sicuro. Americanata in
senso stretto (una delle altre critiche sollevatagli) no.
Anzi, fa anche una critica - forse involontaria - alla metodologia
del reclutamento militare, al modo in cui queste persone semplici
vengono buttate nella mischia a sparare al nemico quasi come se
questo fosse un oggetto. Il senso di straniamento (con scene quasi da
videogioco sparatutto) è palpabile e non poteva essere rappresentato
meglio: con naturalezza e grazie a una composizione dell'immagine
perfetta.
Girato in Marocco, il progetto era stato creato già prima
che il vero Chris morisse. Tanto che collaborò con lo sceneggiatore,
Bradley Cooper (che è anche produttore) e gli altri. Clint Eastwood
(che era la prima scelta di Kyle) fu chiamato per ultimo. La Warner
aveva pensato a Spielberg prima e a David O. Russell poi prima di
lui.
Sono presenti differenze con il libro, sono state prese delle
licenze e probabilmente saranno state enfatizzate certe cose dopo la
dipartita del protagonista ma più o meno la storia è fedele.
Bradley Cooper ha subito una metamorfosi: è ingrassato più di venti
chili seguendo una dieta da 6000 calorie al giorno e si è
irrobustito facendo soltanto pesi, ha imparato a usare le armi, si è
messo in gioco. Bisogna dargliene atto: ha dimostrato di saper
realmente recitare. Gli altri fanno il resto (c'era anche un collega
di Kyle ad interpretare se stesso).
Il merito della riuscita dell'opera è della
sceneggiatura e soprattutto della regia che ha saputo mescolare i
vari momenti e i generi con polso e senza perdere di vista
l'obiettivo. Infatti non disturba né come film biografico (quindi
troppo schematico. Qui il filo c'è ma è invisibile) né come film
di guerra (girato in modo impeccabile). Non è noioso, il ritmo è
sempre teso, le situazioni appaiono imprevedibili.
Sicuramente è un
film che divide per il tema trattato ma che dal punto di vista
tecnico, di regia e di stile è fuori discussione.
Voto: ***/***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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