Mi riferisco a St. Vincent di Theodore Melfi.
Ecco la recensione:
St. Vincent di Theodore Melfi del
2014. Con Bill Murray, Melissa McCarthy, Jaeden Lieberher, Naomi
Watts, Chris O'Dowd, Kimberly Quinn, Scott Adsit. (103 min. ca.)
Vincent (Murray) è
un uomo di mezza età brusco, cinico, brontolone che passa la
giornata per i bar e si è trascurato poiché l'adorata moglie Sandy
è ricoverata in una clinica da ben otto anni. Farà irruzione nella
sua vita Maggie (McCarthy), divorziata, madre di un bambino, Oliver
(Lieberher) e che per forza di cose deve fare gli straordinari al
lavoro come radiologa. A quel punto si ritrova ad aver bisogno
proprio di Vincent come baby sitter (anche perché per un incidente
lui e il bambino erano già rimasti insieme mezza giornata). Tra i
due si instaurerà un rapporto speciale (non privo di incomprensioni
fino alla fine). Oliver conoscerà anche Daka (Watts), una prostituta
russa che aspetta un figlio da qualche suo cliente e sorta di
"amante" di Vincent.
Commedia brillante dai dialoghi
freschi e acuti (alcune frasi sono davvero intelligenti, altre
permeate da un umorismo nero) che fortunatamente soltanto verso il
finale vira sui toni melensi e strappalacrime (l'intento è più che
riuscito) tutto al servizio di un Bill Murray protagonista assoluto
più ispirato che mai.
Con i personaggi come Vincent
(simile a quello che ha nella serie Olive Kitteridge) ci
sguazza: è a suo agio e lo spettatore ne rimane come al solito
affascinato e si diverte con lui. Melissa McCarthy compare non
tantissimo ma è molto convincente e in parte. Naomi Watts con
l'accento russo e il pancione ha fatto capire che sa anche essere
ironica (ma già lo si sapeva) e simpaticissima. Il bambino Jaeden
Lieberher è un'autentica sorpresa. Sa tenere testa a tutti, anche a
Bill Murray. Non è per niente lagnoso. Anzi, ha i tempi comici
giusti, è molto carismatico e sembra credere in ciò che dice.
Per
il resto, se la storia è trita e ritrita e ricorda molti altri film, il ritmo è
sempre costante e non ci sono vere e proprie cadute di tono. E se il
finale, per l'appunto, può infastidire per la solita scena di
applausi all'"eroe per caso" che fa tanto commedia
all'americana, l'ironia del'ultima scena e soprattutto i titoli di
coda con Bill Murray che gioca per circa cinque minuti con la pompa
dell'acqua cantando Shelter From the Storm di Bob Dylan,
fanno sorvolare anche i difetti.
Un film leggero che intrattiene in
modo intelligente senza pretese e strappa numerose risate.
Diretto
bene, con una sceneggiatura più che buona e interpretato
divinamente.
Da vedere. Consigliatissimo.
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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