Mi riferisco a Maps to the Stars di David Cronenberg.
Ecco la recensione:
Maps to the Stars di David
Cronenberg del 2014. Julianne Moore, Mia Wasikowska, John Cusack,
Sarah Gadon, Robert Pattinson, Olivia Williams, Evan Bird, Dawn
Greenhalgh, Carrie Fisher. (111 min. ca.)
La giovane Agatha Weiss (Wasikowska), con
alcune bruciature sul volte e sul corpo per un incidente accadutole
anni prima, arriva a Hollywood grazie alla conoscenza via Twitter di
Carrie Fisher e diventa assistente di Havana Segrand (Moore), attrice
paranoica e preoccupata per l'interpretazione del ruolo che fu di sua
madre, morta durante un incendio, in un remake. C'è anche la piccola
star Benjie (Bird), il figlio del terapeuta (Cusack) di Havana. Si scoprirà che
in realtà Agatha e Benjie sono fratelli e tutti e due hanno
comportamenti psicotici.
Film drammatico che parla senza mezzi
termini del mondo dello spettacolo e lo fa esplicitamente, con scene
inconsuete e al limite del buon gusto. Tutto ciò è voluto
ovviamente.
Come è voluto lo straniamento che si prova seguendo le
vicende dei personaggi, per quel senso di sospensione della realtà e
quel grottesco - misto a cinismo - che permea tutta la pellicola.
Tutto poi è talmente freddo e distaccato che lo spettatore non può
provare empatia per i personaggi ma soltanto una sensazione di
disgusto per l'arrivismo e per il loro modo di vivere.
Gli attori
sono bravi. Spiccano Julianne Moore che più libera e più esposta
non è mai stata e la rivelazione di questi ultimi anni Mia
Wasikowska, sempre all'altezza. Robert Pattinson se la cava o almeno cerca di recitare. John Cusack sembra invece smarrito.
Il giovane Evan Bird è in parte: più detestabile di così non si
potrebbe. Cameo per Carrie Fisher.
Il problema di questo film è che
sembra un'accozzaglia di luoghi comuni e la trama ricalca non solo
quella di altre pellicole (Cartoline dall'inferno di Mike
Nichols con Meryl Streep e Shirley MacLaine, che guarda caso si
rifaceva alla vita di Carrie Fisher con lo stesso stile e lo stesso -
ma più soft, anche per gli anni - cinismo, I protagonisti
di Altman misto ad S.O.B. di Blake Edwards. Ma anche,
facendo un paragone forse azzardato perché non all'altezza, Il giorno della locusta di John Schlesinger. O ancora Perdona e dimentica di Todd Solondz e di tutte le altre opere simili che criticano il cinema e il sistema hollywoodiano) e di soluzioni registiche di altri
registi quali De Palma e Lynch in primis.
Il risultato è una sorta
di déjà vu, un film che non dice nulla di nuovo, che provoca, che
ha dei personaggi molto interessanti ma che rimangono in uno
spazio-tempo troppo irreale.
Simpatico il citare scherzosamente - in
contesti velenosi - le vere star del cinema.
Un Cronenberg diverso,
meno creativo, che ironizza ma senza graffiare del tutto. Anche le
scene da film fantastico - che probabilmente sfottono un certo tipo
di cinema - non convincono e sembrano piazzate lì.
Da vedere perché
comunque è un'opera complessa e meno superficiale di ciò che
sembra. Consigliato.
Voto: **1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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