domenica 21 settembre 2014

Il Socio di Sydney Pollack, thriller legale classico tratto dal libro omonimo di John Grisham. Intrattenimento intelligente con un protagonista in parte e il resto del cast di tutto rispetto. Diffidate delle critiche negative

Oggi voglio parlarvi di un film che molti considerano mediocre ma che a me è piaciuto. E molto. Funziona bene, è pieno di tensione, ha un bellissimo montaggio e anche l'attore principale (che solitamente non mi piace), è in parte e rende.Sì, è un prodotto commerciale ma ben fatto.
Mi riferisco a Il Socio di Sydney Pollack.
Ecco la recensione:





Il Socio (The Firm) di Sydney Pollack del 1993. Con Tom Cruise, Jeanne Tripplehorn, Gene Hackman, Hal Holbrook, Holly Hunter, Ed Harris, David Strathairn, Terry Kinney, Gary Busey, Margo Martindale, Tobin Bell, Steven Hill, Paul Sorvino, Joe Viterelli. (144 min. ca.)
Mitchell McDeere (Cruise) è un giovane laureando in Legge ad Harvard - già sposato con Abby (Tripplehorn) - che viene "corteggiato" da un sacco di studi legali. Chi gli fa la proposta più allettante è il Bendini, Lambert & Locke di Memphis, uno studio piccolo, di lusso e che fin dall'inizio si presenta come un circolo chiuso, quasi una "setta". Ed in effetti Mitch scoprirà ben presto che tutti i giovani associati quando vengono a sapere che lo studio è in affari illeciti con la mafia e vogliono venirne fuori, verranno invece uccisi "casualmente" in qualche incidente (ad esempio alle Isole Cayman). Fortunatamente viene sorvegliato e reclutato dall'FBI mediante l'agente Wayne Terrance (Harris) che vuole denunciare l'operato dei suoi colleghi. Sarà l'inizio di una corsa contro il tempo per recuperare i file incriminati e per cercare di depistare quelli che presto diventeranno dei nemici anche per lui. 


















Thriller legale classico hollywoodiano tratto dal libro omonimo di John Grisham, ben diretto e ben congegnato (seppur differente soprattutto nel finale dal romanzo) con un ottimo montaggio e molta suspence. 
Se un thriller deve avere il ritmo teso e saper tenere sulle spine lo spettatore, questo film assolve il proprio compito a dovere. 
La storia per quanto assurda e troppo inverosimile, con il povero protagonista contro tutti e gli stereotipi del caso, è ben giostrata. 
Gli attori sono in parte. Cruise anche se non è mai molto espressivo ha delle scene fortissime (narrativamente parlando) e riesce a interpretarle benissimo (stupenda e veramente riuscita quella con lui arrampicato sul soffitto tutto sudato e gocciolante che cerca di sfuggire agli "uomini" dello studio). Jeanne Tripplehorn fa il suo lavoro. Gene Hackman è sempre bravissimo; Ed Harris idem anche se compare relativamente poco; Gary Busey è sempre molto ambiguo e riconoscibile e Holly Hunter ha uno dei suoi tanti ruoli bizzarri ma pepati. 
Un cast ricco e valido per una pellicola che non delude fino ad un certo punto, cioè quando la prolissità comincia a far cadere per un attimo - ma soltanto un attimo - l'attenzione e quando la vicenda comincia a diventare un po' telefonata. Ma se si sta al gioco e alle regole di genere, questi problemi non si sentono, se non nel finale edificante un po' tirato via in cui tutto finisce a tarallucci e vino come si suol dire. 
E' un film americano - molto americano - tipico dei quegli anni, ma è realizzato bene e Pollack riesce con polso e lucidità a dirigere un prodotto che se affidato ad altri registi chissà che pastrocchio sarebbe diventato. 
Bello l'uso degli ambienti e come vengono sfruttati gli interni per creare claustrofobia. 
Diffidate dalle critiche negative: se cercate un film di intrattenimento non troppo impegnativo ma che ha bisogno della vostra attenzione e partecipazione questo fa per voi. 
Da vedere. Consigliato.


Voto: ***









Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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