lunedì 28 luglio 2014

L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci, film pluripremiato (pioggia di Oscar, tra gli altri) e famosissimo sull'ultimo imperatore della Manciuria, per l'appunto. Sontuoso, maestoso, ben diretto, con una splendida fotografia. Assolutamente da recuperare (senza spaventarsi per la durata)

Oggi vi voglio parlare di un film non proprio recente ma famosissimo e pluripremiato, di un regista italiano.
Mi riferisco a L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci.
Ecco la recensione:





L'ultimo imperatore (The Last Emperor) di Bernardo Bertolucci del 1987. Con John Lone, Joan Chen, Peter O'Toole, Ying Ruocheng, Victor Wong, Dennis Dun, Ryuichi Sakamoto, Maggie Han, Ric Young, Vivian Wu, Cary-Hiroyuki Tagawa, Jade Go, Fumihiko Ikeda, Lisa Lu, Richard Vuu, Tsou Tijger, Tao Wu: Pu Yi. (160 min. ca.)
Nel 1950, Aisin Gioro Pu Yi (Lone), ultimo imperatore della Manciuria, viene arrestato per aver collaborato e appoggiato l'invasione giapponese. Ripercorrerà gli anni del suo insediamento e, dopo aver confessato ed "espiato" le sue colpe, verrà rimesso in libertà. 




























Colossal maestoso, sontuoso, diretto con polso (alcune inquadrature sono fantastiche e certe scene indimenticabili) e intelligenza. 
Nonostante le critiche si concentrino sulla lunghezza (due ore e quarantadue minuti in effetti), la densità dei fatti - raccontati con ritmo molto teso - evitano l'effetto soporifero che una pellicola come questa, ambientata in posti lontani, con una storia altrettanto lontana da noi, potrebbe causare. 
Però bisogna essere sinceri, la parte migliore è la prima, con i flashback sull'incoronazione del piccolo Pu Yi e che man mano arrivano alla sua crescita. Successivamente perde un po' di fascino e il gioco del continuo tornare indietro e ritornare al presente rende un po' manieristico e pesante il tutto (ma è un difetto che si riscontra in tutti i film che adoperano massiciamente questo tipo di narrazione). Bisogna dire che è comunque una biografia tratta dalle memorie vere del protagonista, quindi è normale che ci sia una certa schematicità. 
Per il resto è un'opera entusiasmante, ben realizzata, con la bella fotografia di Vittorio Storaro, con un montaggio ineccepibile, con ambienti ovviamente suggestivi, recitata con impegno e con la bella colonna sonora di Ryuichi Sakamoto, David Byrne e Cong Su. 
Un film studiato a tavolino (ma anche questo è plausibile, vista la complessità della trama) che probabilmente sarà parso poco emozionante (troppo perfetto tecnicamente?) ad alcuni e furbo per altri (anche per aver sbancato l'Academy: nove Oscar e un sacco di altri premi). 
Rimane comunque una pellicola incantevole, di prestigio e realmente interessante per i motivi di cui sopra. 
Da vedere assolutamente (o meglio, da recuperare). Consigliatissimo.


Voto: ****















Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento