Ecco la recensione:
Tempi moderni (Modern Times) di Charles Chaplin
del 1936. Con Charles Chaplin e Paulette Goddard. (87 min. ca.)
Charlot, operario
in una fabbrica (Chaplin) ha un esaurimento nervoso per il lavoro
troppo ripetitivo. Viene ricoverato in una clinica e una volta uscito viene
coinvolto in una manifestazione di disoccupati e per sbaglio tiene la
bandiera portante. Durante la retata viene preso per il capo e viene
arrestato. In carcere però blocca la fuga di alcuni malviventi e
viene premiato e poi liberato. Adesso deve cercarsi un altro lavoro.
Peccato che ogni volta - che sia un lavoro da falegname, da guardia
notturna in un grande magazzino, da manutentore di nuovo in fabbrica
o come cameriere/cantante-attore in un ristorante - il suo essere
maldestro, impacciato e stralunato lo porti a finire in galera. E
praticamente sempre insieme a una bella vagabonda orfana ("monella"
viene chiamata. Interpretata dalla carismatica Goddard), che considererà (e la
cosa è reciproca) la sua compagna.
Anche alla fine, dopo aver avuto
un attimo di successo al ristorante cantando e ballando, per
difendere la ragazza e non farla rinchiudere in un istituto per gli
orfani (nonostante avesse un lavoro come ballerina là dentro) si
azzuffa con i due funzionari e riesce a scappare con lei tornando ad
essere un vagabondo. Ma felice e libero di percorrere nuove strade.
Film comico/drammatico che mostra benissimo l'alienazione del lavoro
alla catena di montaggio. Inoltre, parla del problema della
disoccupazione e del vagabondaggio con scene divertenti ma al contempo molto
tristi, amare, poetiche.
Chaplin fa uso di diverse tecniche di sonoro. Sono presenti dei
pezzi di parlato: la voce del capo della fabbrica, la voce registrata
degli informatori della macchina automatica per l'alimentazione ma
anche i rumori dei nastri della catena di montaggio, i vari
avvitamenti, gli ingranaggi.
Però nel resto del film troviamo i
cartelli e le musiche (dello stesso Chaplin), quindi risulta un muto vero e proprio. L'unico momento in cui
sentiamo la voce di Charlot è nel finale, quando canta Je
cherche après Titine usando un grammelot di francese, spagnolo
ed italiano (canzone d'epoca conosciutissima anche in Italia fin dagli anni '20 come Io cerco la Titina).
Scena finale memorabile ed entrata nell'immaginario con lui e la Goddard che percorrono la
strada a braccetto (ma sono tante le gag che hanno fatto scuola).
Capolavoro insuperabile per acume e per aver
precorso i tempi.
Un cult da recuperare assolutamente.
Voto: *****
Il film completo:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
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