Presentato da tanti, tantissimi, troppi, come un capolavoro o giù di lì, come la commedia dell'anno o anche ahimè come film dell'anno, avendo letto recensioni entusiastiche e viste le otto nomination agli Oscar ricevute (otto ragazzi, otto!) con la vittoria di un Oscar per la Miglior Attrice Protagonista e tremila altri premi e nomination, pensavo di trovarmi di fronte ad un film originale, affatto banale, con attori in stato di grazia, con una regia impeccabile.
Ed invece mi ritrovo una commedia romantica con tutti i cliché del caso. La cosa che più delude (perché sono rimasta delusa parecchio) è che all'inizio sembra una pellicola bizzarra, particolare, anomala, in puro stile indie. Invece dopo poco gli stereotipi vengono usati malamente e furbescamente per arrivare ad un happy end che più convenzionale e hollywoodiano non potrebbe essere. Ogni cosa sembra vista e rivista in mille altri film molto più riusciti (L'appartamento, Harry Ti Presento Sally...). Arrivata a un quarto ho cominciato a capire il perché del successo di pubblico. (E nonostante ciò, è talmente studiato per piacere, che ci sono cascata anch'io e mi sono lasciata coinvolgere mio malgrado commuovendomi pure, mannaggia!).
Di cosa sto parlando? Ma de Il lato positivo - Silver Linings Playbook dell'osannato regista di American Hustle David O. Russell!
Anche se penserere che io abbia detto già tutto, leggete la recensione qui di seguito [contiene SPOILER testo, foto e video]:
Il lato positivo - Silver Linings
Playbook di David O. Russell. Con Bradley Cooper, Jennifer
Lawrence, Robert De Niro, Julia Stiles, John Ortiz, Chris Tucker, Jacki Weaver. (122 min. ca.)
Commedia
romantica che racconta la storia di Patrick Solitano Jr. (Cooper),
bipolare, che vediamo uscire da un ospedale psichiatrico dopo aver
quasi ammazzato di botte l'amante della moglie e di Tiffany, stramba
e schietta ragazza vedova (Lawrence) che appare (e lo è) facile agli
occhi di tutti, essendo diventata una ninfomane (poi curatasi con psicofarmaci) dopo la morte del marito. Si incontreranno per merito di amici/parenti comuni (Ortiz e
la Stiles, sorella di Tiffany) e cercheranno di aiutarsi l'un l'altro con molta
diffidenza, screzi, litigate. Lei cercherà di fare da tramite per
consegnare la lettera alla moglie di lui - dato che non si possono
vedere per l'ordine restrittivo - lui si preparerà e cercherà di
partecipare insieme a lei ad una gara di ballo. Piccole cose, ma utili per la
ripresa e la costruzione di una vita normale. Ovviamente si
innamoreranno. In tutto questo ci sono il padre di lui (De Niro), a
quanto pare bipolare anch'egli (o quantomeno ossessivo compulsivo e scaramantico), fissato con le scommesse sulle
partite di football, il quale a volte motiva a volte demotiva Patrick e la madre succube degli eventi (Jackie Weaver).
Film che può essere interessante nella sua bizzarria. I protagonisti all'inizio sono
ostici, antipatici e anche la trama sembra stramba. Via via che si
arriva alla conclusione, quando Pat e Tiffany migliorano o cercano di
farlo, anche il film diventa più lineare, più scontato,
convenzionale e consolatorio. Davvero anomalo, fa provare allo
spettatore sentimenti contrastanti. Tutti e tre
(padre-figlio-Tiffany) sono bravi ad interpretare persone con
evidenti problemi relazionali e psicologici. Cooper, con lo sguardo
vuoto, la Lawrence con il viso sofferente e gli occhi che implorano
un po' d'amore; Robert De Niro finalmente in una commedia che non lo ridicolizza (o almeno non del
tutto). Si preme molto il pedale dell'emozione (cosa
che la sottoscritta non apprezza). Insomma, è tutto confezionato
a tavolino per piacere.
L'Oscar alla nuova "diva" Lawrence è esagerato e rimane un mistero.
Lei è
brava, molto carina (una bambola, non si può negare), è sexy, è adorabilmente detestabile, è freak, weird quanto basta, ma
non è - almeno in questa pellicola - un talentone imperdibile vista anche la sua monoespressività. Però
c'è da dire che oggettivamente è magnetica e carismatica, buca lo
schermo e rende il suo personaggio vulnerabile, meno piatto e caricaturale di
quanto sia e questo è una qualità enorme (anche se appare troppo giovane per il ruolo di una vedova, seppur giovane).
Nessuno ha menzionato
che questa pellicola è la "versione bella", meno indie e più
“Hollywood style”, meno grezza ma anche meno sincera (anche se tratta dal romanzo di Matthew Quick)
di Jack Goes Boating*, prima e purtroppo ultima regia di Philip
Seymour Hoffman. Tra l'altro è presente anche John Ortiz nel ruolo
dell'amico del protagonista che interpreta quasi esattamente lo
stesso ruolo dell'altro film (sono presenti scene quasi identiche quando compare lui. Assurdo).
Detto questo è un film coinvolgente
che mette di buonumore e commuove (forzatamente). E con la moralina spicciola: forse se ci si
impegna e si fa del bene agli altri poi si riceve qualcosa. Sì,
insomma, l'amore si deve alimentare con le piccole cose.
Bella la
colonna sonora di Danny Elfman (molto eterea/indie anche questa) e belle le altre canzoni (compilation furbissima), ma è davvero tutto troppo telefonato, scontato e un po' melenso. Il disagio psichico di lui è trattato superficialmente e in modo a tratti macchiettistico. Poi la scena stile Dirty Dancing lascia interdetti. Non un capolavoro, assolutamente. Anzi, a voler ben vedere, una presa in giro. Un mix di commedia romantica, commedia indie (con qualche momento divertente, vero), commedia sportiva, mischiato in un calderone. Da vedere
per due orette di relax e obiettivamente per la sintonia/chimica tra Cooper e la Lawrence.
*Mia recensione
Voto: **
Cena dalla sorella di lei:
Scena bar:
Sala prove ballo:
Scena ballo:
Scena finale:
Ho voluto mettere tante clip per dimostrarvi quanto sia un film normale, con alcuni momenti divertenti studiati a tavolino (davvero riusciti, bisogna ammetterlo) e non un capolavoro.
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
Nessun commento:
Posta un commento