Come vi avevo promesso, vi posto la mia prima recensione, quella di "Hannah e le sue sorelle".
Film di Woody Allen che mi è tanto piaciuto perché racchiude tutto ciò che ritengo importante in una commedia: ritmo, ironia e momenti di riflessione, momenti più drammatici, dialoghi intelligenti, recitazione partecipata. Ma il resto lo leggerete da voi (attenzione agli SPOILER):
"Hannah and her sisters"
("Hannah e le sue sorelle") di Woody Allen del 1986, con Woody Allen,
Mia Farrow, Michael Caine, Barbara Hershey, Dianne Wiest, Max Von Sydow, Carrie
Fisher, Maureen O'Sullivan, Sam Waterson, Daniel Stern (e una piccola
apparizione di John Turturro). (103 min. ca.)
Bellissimo film che parte dallo spunto di analizzare il rapporto fra tre sorelle con ambizioni artistiche (Farrow - Hannah, Hershey - Lee, Wiest - Holly) e figlie di genitori che hanno lavorato nel mondo dello spettacolo, del teatro (la O'Sullivan era realmente la madre di Mia Farrow), ma che in realtà si interroga e fa riflettere sul senso della vita, sulla religione (o meglio sulla fede) come supporto nei momenti difficili ed inoltre manda frecciatine alla televisione, all'arte, agli intellettuali. E rappresenta gli umori, le debolezze, le passioni di questo gruppo di persone che non sono altro che un campione di tutta l'umanità. Con il suo solito stile ricco di battute e situazioni portate all'estremo e altrettanto normali nell'esistenza di tutti, ma con molta più malinconia e profondità del solito, Allen riesce perfettamente ad intrattenere e a commuovere al contempo. Credo che sia veramente l'apice della commedia alleniana. Matura, intelligente, divertente ma senza eccesso di volgarità, briosa e mai noiosa. Profondità e leggerezza si fondono insieme. Anche se la pellicola sembra ad episodi - che percorrono due anni della vita di queste tre sorelle, scanditi dalla Festa del Ringraziamento - tutto funziona a meraviglia perché c'è un filo che unisce le storie omogeneamente. Lo spettatore non può far a meno di partecipare e di immedesimarsi in uno o più personaggi. Gran bel film e sorprendente compromesso tra i suoi più seri e bergmaniani (non che questo non lo sia, ma è più personale) e le sue commedie classiche sulle nevrosi, sul tradimento e sull'amore.
Gli attori sono tutti in gamba: anche Mia Farrow è abbastanza
bravina nell'interpretare il ruolo di una moglie fragile anche se gli altri
pensano il contrario, probabilmente perché mette in atto un meccanismo di
difesa; la Hershey è credibile nel ruolo dell'amante, Dianne Wiest è una
persona complicata, nevrotica, timida, insicura (ex cocainomane) che
probabilmente stava soltanto cercando qualcuno da amare e di trovare uno scopo nella vita. (Quest'attrice è sempre
più una sorpresa per me. Oscar come Migliore Attrice Non Protagonista meritatissimo anche in questo caso e sembra
quasi impossibile che abbia interpretato così bene un ruolo tanto diverso in
"Pallottole su Broadway" - impostando tra l'altro diversamente la
voce, dato che la sua normalmente è sottile: sussurra quasi nel parlare.
Ecclettica. Avrebbe meritato/meriterebbe molto di più. Credo poi che sia una
delle attrici più brave con le quali Allen abbia avuto a che fare oltre Diane
Keaton). Carrie Fisher brava, ma la sua parte è abbastanza dimenticabile, Max
Von Sydow - il professore compagno di Lee - fantastico nel suo essere così insopportabilmente intellettuale e
asociale, Michael Caine è una garanzia come al solito: può interpretare
qualsiasi ruolo (ha vinto un Oscar per questa sua interpretazione).
Grandissimo attore. Woody Allen nella parte dell’ipocondriaco è esilarante, perfetto. Insomma,
pellicola davvero bella, non troppo cerebrale e, anche se odio il termine,
emozionante. Meravigliosa anche la colonna sonora, intrisa come al solito nei film di Allen di jazz, ma anche di musica classica come Bach e con una breve incursione nella musica punk rock (la scena della prima uscita tra Mickey e Holly è una delle più divertenti del film). Fotografia stupenda in una New York viva.Bellissimo film che parte dallo spunto di analizzare il rapporto fra tre sorelle con ambizioni artistiche (Farrow - Hannah, Hershey - Lee, Wiest - Holly) e figlie di genitori che hanno lavorato nel mondo dello spettacolo, del teatro (la O'Sullivan era realmente la madre di Mia Farrow), ma che in realtà si interroga e fa riflettere sul senso della vita, sulla religione (o meglio sulla fede) come supporto nei momenti difficili ed inoltre manda frecciatine alla televisione, all'arte, agli intellettuali. E rappresenta gli umori, le debolezze, le passioni di questo gruppo di persone che non sono altro che un campione di tutta l'umanità. Con il suo solito stile ricco di battute e situazioni portate all'estremo e altrettanto normali nell'esistenza di tutti, ma con molta più malinconia e profondità del solito, Allen riesce perfettamente ad intrattenere e a commuovere al contempo. Credo che sia veramente l'apice della commedia alleniana. Matura, intelligente, divertente ma senza eccesso di volgarità, briosa e mai noiosa. Profondità e leggerezza si fondono insieme. Anche se la pellicola sembra ad episodi - che percorrono due anni della vita di queste tre sorelle, scanditi dalla Festa del Ringraziamento - tutto funziona a meraviglia perché c'è un filo che unisce le storie omogeneamente. Lo spettatore non può far a meno di partecipare e di immedesimarsi in uno o più personaggi. Gran bel film e sorprendente compromesso tra i suoi più seri e bergmaniani (non che questo non lo sia, ma è più personale) e le sue commedie classiche sulle nevrosi, sul tradimento e sull'amore.
Stupisce il finale insospettatamente positivo. Una boccata d’aria. Meritatissimo anche l’Oscar per la Migliore Sceneggiatura (una delle migliori sceneggiature in assoluto di una commedia a mio avviso). Da vedere assolutamente. Questa volta sono d'accordo con gran parte della critica. - M.G.
Voto: ****1/2
(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
(Trailer)
Era da tempo immemore che una commedia non mi faceva questo effetto. Sì, OK, c'è "Io e Annie" ("Annie Hall") con Diane Keaton (che adoro ed è una delle mie attrici preferite. E di questo parlerò in seguito), forse la migliore partner nei film di Allen (come ho scritto nella recensione, la trovo decisamente migliore di Mia Farrow. Per i miei gusti, ovvio).
Ma in questo caso c'è un mix di umorismo intelligente, profondità, tenerezza ed amore per la vita che mi ha commosso. So che Woody Allen aveva pensato ad un altro finale (che non svelo) e che non ha mai digerito quello che gli hanno consigliato (o imposto, non so). Ma in questo caso l'happy end non è soltanto la conclusione che tutti gli spettatori speravano, è la degna conclusione di una storia di fallimenti, una rivincita per i personaggi meno quotati (ma sicuramente i più interessanti). Inoltre, sarebbe vana tutta la discussione fatta al parco a tre quarti del film. Addirittura il flashback geniale e memorabile (chi l'ha visto sa), non avrebbe lo stesso valore.
Insomma, fa star bene. E' un film rigenerante.
Insomma, fa star bene. E' un film rigenerante.
E poi, a dirla tutta, ho avuto modo di riflettere sul fatto che assomiglio sempre più ai
personaggi femminili nevrotici, bizzarri, timidi, sfigati, sentimentalmente imbranati o sfortunati, impacciati, con velleità artistiche dei film di
Woody Allen. Sono la combinazione perfetta tra Annie Hall di "Io e
Annie" e Holly di "Hannah e le sue sorelle". Bello, eh? (Sperando di avere il riscatto finale di Holly, giustamente).
Forse è anche questa la motivazione per cui questa pellicola mi ha sconvolto positivamente: mi ci sono ritrovata in parecchie cose.
Vi metto qualche video:
Link esterni per ulteriori informazioni:
IMDB (in generale)
Curiosità IMDB
Wikipedia
MyMovies
Filmscoop
Lo script del film
Voi cosa ne pensate? L'avete già visto? Opinioni in merito? (Anche sulla recensione)
"Se Gesù tornasse e vedesse quello che succede in suo nome, non la smetterebbe più di vomitare".
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