domenica 26 febbraio 2017

#Oscar2017 #AcademyAwards2017 Land of Mine - Sotto la sabbia di Martin Zandvliet, fim drammatico/storico che racconta dei soldati tedeschi che dovettero sminare la Danimarca dopo la resa della Germania. Crudo, violento, scioccante (a volte fine a se stesso) e piuttosto romanzato, ricattatorio. Bravi gli attori

Oggi vi voglio parlare dell'ultimo film visto tra quelli candidati all'Oscar (la cerimonia si terrà stanotte). È un film danese nominato per il Miglior Film Straniero.
Mi riferisco a Land of Mine - Sotto la sabbia di Martin Zandvliet.
Ecco la recensione:




 
Land of Mine - Sotto la sabbia (Under Sandet) di Martin Zandvliet del 2016. Con Roland Møller, Mikkel Følsgaard, Laura Bro, Louis Hofmann, Joel Basman, Oskar Bökelmann, Emil Buschow, Leon Seidel, Karl Alexander Seider, Maximilian Beck, August Carter, Tim Bulow, Alexander Rasch, Julius Kochinke. (100 min. ca.)
Nel 1945, dopo la resa della Germania, dei soldati tedeschi prigionieri di guerra (per lo più giovanissimi) vengono mandati in Danimarca per disinnescare le mine antiuomo e bombe sepolte sotto la sabbia. Ne morirono o ne rimasero feriti la metà (di 2.000). 












Film drammatico che racconta una vicenda storica poco conosciuta. 
Lo fa quasi costantemente con una durezza terrificante, mostrando immagini crude disturbanti. 
Poi piano piano, quando la cattiveria del protagonista sembra allentarsi, anche le scene scioccanti diminuiscono (ma non la cattiveria sempre sottile, a dire il vero), vengono riprese da un'altra angolazione. Un'idea interessante. 
Peccato però che qualche cosa appaia gratuita, scontata, creata a tavolino per creare un certo tipo di reazione e il finale un po' troppo romanzato risulta addirittura patetico e poco coerente con l'incipit. 
In ogni caso è molto ben fatto e ben recitato da tutti. I ragazzini sono in gamba e molto espressivi. Louis Hofmann ha un che del compianto Brad Renfro e colpisce all'istante. Roland Møller regala una performance con molte sfumature e davvero ambiguo ma mai sopra le righe. 
Un film che indubbiamente coinvolge e sconvolge, ma che probabilmente si perde nel finale e con scene ad effetto. Comunque da vedere (quando si è in vena). 
Candidato all'Oscar come Miglior Film Straniero.


Voto: **1/2/***







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martedì 21 febbraio 2017

#Oscar2017 #AcademyAwards2017 - La tartaruga rossa di Michaël Dudok de Wit, film d'animazione prodotto dallo Studio Ghibli. Essenziale, poetico, delicato. Candidato alla Statuetta per il "Miglior Film di Animazione"

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film di animazione veramente stupendo, diverso dal solito e candidato all'Oscar.
Mi riferisco a La tartaruga rossa di Michaël Dudok de Wi.
Ecco la recensione:





La tartaruga rossa (La tortue rouge) di Michaël Dudok de Wit del 2016. (80 min. ca.)
Un naufrago su un'isola tropicale decide di costruirsi una zattera. I suoi tentativi di andare nel mare aperto falliscono anche per colpa di una tartaruga rossa. Questa tartaruga, dopo che lui la colpisce (e che perciò sembra morta), si "trasformerà" in una bellissima donna... 


















Film di animazione senza dialoghi (ma con un'ottima colonna sonora) prodotto, tra gli altri, dallo Studio Ghibli, molto incisivo per via dei disegni essenziali ma di impatto, funzionali alla storia. 
La natura e il paesaggio (nonché la luce), sono resi benissimo, con alcune immagini che lasciano letteralmente senza fiato. 
La storia è semplice, forse un po' prevedibile, ma raccontata con poesia e con un finale aperto sospeso tra sogno e realtà. 
Coinvolgente, mai strappalacrime, ma con molte sfumature. 
Particolare e delicato, dal ritmo sempre costante, non si perde in lungaggini: la sua forza è nell'essenziale. Presentato a Cannes, è tra i candidati per il Miglior Film di Animazione. Meritatamente. 
Da vedere. Consigliatissimo.


Voto: ***1/2





Il trailer:








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lunedì 20 febbraio 2017

#Oscar2017 #AcademyAwards2017 - Suicide Squad di David Ayer, cinefumetto sopra le righe con una caratterizzazione dei personaggi povera, dalla trama sfilacciata. Il cast è sprecato. Candidato alla Statuetta per "Miglior Trucco e Acconciatura"

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film poco apprezzato (ed è un eufemismo) sia dalla critica che dal pubblico. A ragione per una volta. Ma ha sbancato il botteghino.
Mi riferisco a Suicide Squad di David Ayer.
Ecco la recensione:





Suicide Squad di David Ayer del 2016. Con Will Smith, Jared Leto, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Viola Davis, Jai Courtney, Jay Hernandez, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Karen Fukuhara, Adam Beach, Ben Affleck, Ike Barinholtz, Scott Eastwood, Cara Delevingne. (123/134 min. ca.)
Amanda Waller (Davis), agente governativo, decide di costituire una task force di criminali assassini e mezzi pazzi per tenere sotto controllo l'ordine cittadino. Loro non si tireranno indietro. 






Basato sui fumetti DC Comics, è un film fantastico/azione molto sopra le righe, fin troppo caricato, tanto da risultare, involontariamente, a volte, ridicolo. 
La storia è quella che è e si snoda molto stancamente. Anche il ritmo è piuttosto altalenante. 
I personaggi sono resi benissimo esteticamente, peccato che la loro caratterizzazione sia molto povera e non ci si riesce ad affezionare. L'unica che merita forse è il personaggio di Harley Quinn (una Margot Robbie ironica e realmente adatta al ruolo), ma gli altri latitano. 
E non è colpa degli attori in sé (insomma, c'è anche Viola Davis, che non è proprio l'ultima della classe), quanto della scrittura. Il Jocker di Jared Leto non solo non incute la minima paura, ma è, come detto sopra per tutta l'opera, risibile. Un vero peccato. 
Effetti speciali massicci ma usati male, bella colonna sonora (i brani sono usati furbescamente), per un film che non convince. 
La nomination all'Oscar per il Miglior Trucco e Acconciatura è azzardata. 
Da vedere solo per curiosità (nella versione estesa almeno). Ma tanto ormai l'hanno visto quasi tutti per quanto se n'è parlato.


Voto: **









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domenica 19 febbraio 2017

#Oscar2017 #AcademyAwards2017 - 20th Century Women di Mike Mills, commedia drammatica bizzarra per la storia e per la costruzione narrativa. Un film scritto, diretto ed interpretato benissimo, un vero gioiellino candidato ad una sola statuetta per la "Miglior Sceneggiatura Originale"

Oggi vi voglio parlare di un film inedito. Una commedia drammatica molto intelligente, ben scritta, diretta ed interpretata. Il regista si conferma un ottimo autore.
Mi riferisco a 20th Century Women di Mike Mills.
Ecco la recensione:





20th Century Women di Mike Mills del 2016. Con Annette Bening, Elle Fanning, Greta Gerwig, Lucas Jade Zumann, Billy Crudup, Alia Shawkat, Thea Gill, Laura Wiggins. (118 min. ca.)
Dorothea Fields (Bening) è una madre single che negli anni '70 deve affrontare il delicato periodo dell'adolescenza del figlio Jamie (Zumann). Chiederà aiuto a Julie (Fanning), una vicina di casa e a Abbie (Gerwig) che convive con loro ed è un'artista un po' bizzarra. 














Mike Mills, dopo il meraviglioso Beginners*, è di nuovo alle prese con un film particolarissimo che tratta un sacco di tematiche importanti: il rapporto madre-figlio, il cambiamento della società attraverso il punto di vista sia di lei che di lui, il femminismo (e l'apertura alla sessualità) che stava cominciando a dilagare, la presa di coscienza di sé, dei propri bisogni. 
Il tutto con una costruzione narrativa mai scontata, creativa, con una regia attenta (e si vede che il regista proviene dal mondo del videoclip), una direzione degli attori impeccabile. 
Le situazioni sono imprevedibili ma al contempo mai forzate. La stessa cosa vale per i dialoghi (un plauso alla sceneggiatura che meriterebbe di vincere l'Oscar. La nomination c'è. Attendiamo). 
Il cast è in parte. Annette Bening non ha perso lo smalto, anzi: è sempre più espressiva e credibile, totalmente dentro al suo personaggio. Incredibile come non abbia avuto almeno una candidatura (anche come Migliore Attrice Non Protagonista sarebbe andato bene, dato che è un'opera corale). Elle Fanning sta crescendo sempre di più: perfetta nel ruolo della ribelle Julie. Greta Gerwig è come sempre eccezionale: spontanea, stramba, divertente, tenera, dalle mille sfumature. Peccato non abbia ancora avuto il giusto riconoscimento. In parte anche Billy Crudup. 
Un film interessante, talvolta divertente, talvolta malinconico, leggero e profondo, che sa descrivere quel particolare momento dell'America, senza finti moralismi, senza prendersi troppo sul serio. 
(Ma è anche un film di formazione e di come un adolescentente abbia imparato a capire le donne). 
E che colonna sonora: Talking Heads e Rudy Vallee, brani punk, rock... 
Da vedere assolutamente (anche se non dice niente di nuovo, per carità). Consigliatissimo. 


*Mia recensione
Voto: ***1/2 






Il trailer:








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