lunedì 31 marzo 2014

National Lampoon's Vacation, commedia comica/demenziale per famiglie tipicamente anni '80 diretta da Harold Ramis con Chavy Chase e un cameo di John Candy. Cult!

Buon inizio di settimana!
Oggi post nostalgico: voglio parlarvi di una commedia che, anche se vista una sola volta prima di questa, ha caratterizzato la mia infanzia. Era un pomeriggio e l'avevo guardata in tv con mia madre. Né io né lei abbiamo mai saputo quale fosse il titolo.
Solo qualche anno fa facendo ricerche in rete l'ho scoperto e qualche giorno fa sono riuscita a recuperarne una copia doppiata per poterlo recensire e riportare indietro la memoria. E' stata una delusione, come leggerete, ma ne è valsa la pena. Sto parlando di National Lampoon's Vacation di Harold Ramis, un vero e proprio cult anni '80.
Ecco la recensione (doverosa):




National Lampoon's Vacation" di Harold Ramis del 1983. Con Chevy Chase, Beverly D'Angelo, Anthony Michael Hall, Randy Quaid, John Candy, Jane Krakowski. (98 min. ca.)
Primo della "serie vacanziera" della famiglia Griswald che partono da Chicago con la station wagon Family Truckster (di culto) alla volta di Walley World, un parco divertimenti famosissimo di Los Angeles (in realtà si chiama Six Flags Magic Mountain). Ne accadranno di tutti i colori: sarà un'avventura indimenticabile tra fermate impreviste, morte della zia, cane dimenticato legato al paraurti. 










Scritto da John Huges e diretto dal da poco scomparso Harold Ramis è un film tipico anni '80 comico//demenziale (con qualche licenziosità innocua) per famiglie che sente tutto il peso delle decadi trascorse. Le gag non fanno ridere e in qualche caso sono addirittura patetiche. L'unico colpo di genio sono le scene della defunta zia Edna, prima legata al portapacchi dell'auto e successivamente lasciata davanti alla porta di casa dei parenti con un biglietto e l'ombrello vista la pioggia a dirotto e qualche altra cosa che è stata ripresa anche in altri film (il cane di cui sopra, vedi Tre uomini e una gamba di Aldo, Giovanni e Giacomo). 
Il comico Chavy Chase si impegna anche ma la sua recitazione è troppo sopra le righe (volutamente, forse), così come anche gli altri recitano (?) divertendosi e basta. Cameo di John Candy, anch'egli esageratissimo (anche se è sempre un piacere ritrovarlo). 








L'ho visto doppiato per ritrovare quell'atmosfera che avevo respirato guardandolo da piccola e forse ho sbagliato perché è osceno. Ma anche in lingua originale (ho visto degli spezzoni) non fa ridere. E' proprio vero che le cose viste in un certo periodo della vita, magari insieme a persone con le quali si sta bene, riviste poi fanno tutt'altro effetto. 
Quindi, se devo parlare esclusivamente del lato "artistico", direi che è bocciatissimo, se devo parlare sentimentalmente dico che chi ha vissuto quegli anni deve vederlo (così come chi non li ha vissuti e vuole recuperare). In ogni caso è un cult, a ragione, per moltissimi nostalgici. Da vedere almeno una volta. Io mi sono perfino emozionata.
(Sfiziosa la colonna sonora: Holiday Road e Dancing Across The U.S.A. di Linsday Buckingham nei titoli di testa e di coda, Blitzkrieg Bop dei Ramones e la romantica Mr. Blue dei Feetwoods tra i pezzi).


Voto: ** (E per il fattore sentimentale/nostalgico *****)












Il trailer:




Holiday Road:




Dancin' Across The U.S.A.:




Blitzkrieg Bop:




Mr. Blue:




Voi l'avete mai visto? Ve lo ricordate?







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venerdì 28 marzo 2014

JFK - Un caso ancora aperto, film complesso di Oliver Stone che indaga sull'omicidio del Presidente americano John Fitzgerald Kennedy. Cast ricchissimo per un film di maniera e prolisso ma godibile e ben realizzato

Ultimo appuntamento settimanale.
Oggi vi volevo parlare di un film di parecchi anni fa complesso, realizzato molto bene anche se risulta un po' manierato: JFK di Oliver Stone.Cast strepitoso per una pellicola lunghissima (ed ancora più la versione Director's Cut) mapiena di ritmo e per niente noiosa.
Ecco la recensione:




JFK - Un caso ancora aperto (Director's Cut) di Oliver Stone del 1991. Con Kevin Costner, Sissy Spacek, Tommy Lee Jones, Gary Oldman, Joe Pesci, Jack Lemmon, Donald Sutherland, Laurie Metcalf, Kevin Bacon, Pruitt Taylor Vince, Walter Matthau, John Candy, Vincent D'Onofrio... (206 min. ca.)
Film (di spionaggio/drammatico) che cerca di ricostruire le investigazioni del Procuratore Distrettuale di New Orleans Jim Garrison (Costner) sull'omicidio di John Fitzgerald Kennedy, archiviato con la colpevolezza di Lee Harvey Hoswald (Oldman), ma che nasconde il coinvolgimento di CIA, KGB, Mafia, forze armate e anche del Presidente Lyndon Johnson. Ovviamente scatenerà il putiferio e verrà chiamato perfino pazzo visonario e complottista. 





Ben scritto, diretto, montato e recitato, è un lavoro certosino nella ricerca di particolari, nelle riprese da più angolazioni. Un docufiction intrigante e appassionante che adopera anche i filmati d'archivio e coinvolge un cast ricchissimo. 
Kevin Costner è stato davvero convincente, Gary Oldman bravissimo come al suo solito in questi ruoli da pazzo/vittima suo malgrado, Joe Pesci ha un ruolo drammatico che non ti aspetti, Tommy Lee Jones si fa odiare dal primo momento in cui entra in scena. Ma tutti sono in gamba e contribuiscono alla riuscita della pellicola.




Ovviamente è una presa di posizione da parte del regista (e sappiamo quanto sia schierato Stone). Lo stesso Stone ha detto di prendere con le pinze quello che ha raccontato, però è veramente interessante scoprire il marcio di un Paese che sembrerebbe perfetto. 
Nota stonata: la colonna sonora ridondante di John Williams che sembra più adatta ad un film buonista di Spielberg che per un film asciutto e di denuncia come questo. 
La lunga durata potrebbe scoraggiare, invece non è per niente noioso. Prolisso (e inevitabilmente manierato) forse, ma ogni scena è giustificata. Da vedere assolutamente.


Voto: ***1/2 (Per la complessità)









Il trailer:




Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?






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giovedì 27 marzo 2014

Frozen River - Fiume di ghiaccio, film indipendente della regista Courtney Hunt con un'incredibile Melissa Leo

Oggi vi voglio parlare di un altro film indipendente che poi ha avuto successo anche nella grande industria. Una storia semplice e dura ma efficace. La pellicola in questione è Frozen River, diretta anche stavolta da una donna, Courtney Hunt, con protagoniste delle donne tenaci, agguerrite, provate dalla vita. Se il successivo Un gelido inverno (che ho recensito pochi giorni fa) era riuscito a metà, quest'opera invece ha una sceneggiatura solida e una regia con più polso e con una direzione degli attori più capace.
Ecco la recensione:




Frozen River - Fiume di ghiaccio di Courtney Hunt del 2008. Con Melissa Leo, Misty Upham. (97 min. ca.)
Una donna con un marito scomparso dedito al gioco, nella zona di confine tra l'America e il Canada, deve badare ai due figli e pagare i debiti, pena il pignoramento degli immobili. Non ha un lavoro redditizio, perciò insieme ad una donna mohawk, si mette negli affari di contrabbando aiutando dei clandestini ad entrare negli Stati Uniti per mezzo del fiume ghiacciato St. Lawrence, con la speranza di poter comprare una nuova casa.





Film indipendente ambientato nelle zone fredde e affascinanti di un'America squallida e problematica (nel 2010 anche Un gelido inverno tratterà una tematica molto simile dalla resa diversa, girata sempre da una donna). Qui la sceneggiatura (nominata agli Oscar) è molto solida e la storia raccontata senza eccesso di sentimentalismi, ma neanche in modo così troppo superficiale, tanto da provare vera empatia per le due donne. La desolazione del luogo, il freddo, la disperazione delle protagoniste si sentono appieno e affascinano. (Bello seguire la crescita del loro rapporto: dapprima ostile, si trasforma poi in un'amicizia sincera).
Melissa Leo (che ha ricevuto una nomination all'Oscar per questo ruolo oltre altri premi) è fantastica, una donna matura (che forse dimostra più della sua età, non soltanto in questo film per il suo personaggio sciatto, sempre. Belli i primissimi piani sul viso pieno di rughe) che cerca con dignità di portare avanti la baracca. La sua recitazione è realistica, perfetta, senza sbavature, da applausi. Ma anche Misty Upham riesce a dare alla sua Lily umanità. Un film che colpisce e che ha nelle atmosfere suggestive uno dei suoi punti di forza. Consigliatissimo.


Voto: ***/***1/2










Il trailer:




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Solo per il weekend, film di Director Kobayashi (Gianfranco Gaioni). Aperta raccolta fondi per il finanziamento

Salve a tutti.
Il mio è un blog di cinema (se non si fosse capito...) e da amante della Settima Arte a 360°, attenta anche al panorama indipendente e low budget, volevo segnalarvi un progetto di Director Kobayashi, al secolo Gianfranco Gaioni, bresciano (ma milanese di adozione), regista di moltissime pubblicità: Yamaha, Diesel, Algida, Toyota, Smirnoff, Pampers, Sony e mago degli effetti speciali cinematografici: ad esempio di Hellboy 2 e La Bussola D'Oro con Nicole Kidman (con il quale il suo team ha vinto l'Oscar), ma anche per registi italiani quali Verdone e Salvatores.
Questo curriculum non lo ferma, tanto che ora vuole dirigere e produrre un film, ma per farlo ha bisogno di un supporto finanziario, di un budget adeguato.
Sappiamo come vanno le cose qui in Italia e a chi vengono date le sovvenzioni (ai soliti raccomandati o peggio; meno per meritocrazia, come è il caso del nostro): l'unica strada percorribile è l'autofinanziamento.

Però i soldi non bastano mai e ora ha aperto una raccolta per poter avere delle donazioni sul sito:
e c'è anche la pagina Facebook
Chi vuole può comprare pass per le varie prime o vari extra ad un prezzo base.

Solo per il weekend è il nome del film (scritto dallo sceneggiatore Giacomo Berdini e con la collaborazione dell'art director Claudio Cretti) e di questo progetto.
La pellicola sarà fantasiosa e divertente nello stile del regista (che ha già diretto opere interessanti come Weightless del 2013).
Insomma, una buona cosa per sostenere un talento italiano (famoso all'estero e meno conosciuto, ahimè in Italia).
Fatevi sentire numerosi!


Il teaser:



Intervista televisiva di pochi giorni fa:



Se volete saperne di più su Director Kobayashi e i suoi lavori, andate al sito ufficiale!
(Comunque nei prossimi giorni ci saranno novità... stay tuned!)

mercoledì 26 marzo 2014

The Poker House, orrendo film basato sull'adolescenza della regista (e attrice) Lori Petty con Jennifer Lawrence nel suo primo ruolo da protagonista

Oggi voglio parlarvi di un film da dimenticare. Sinceramente devo ammettere che l'ho visto soltanto per la presenza di Jennifer Lawrence nel suo primo ruolo da protagonista. Lei è brava indubbiamente, piena di talento, espressivissima, ma il film fa acqua da tutte le parti. Il titolo è The Poker House dell'attrice Lori Petty (che ricordo in Ragazze vincenti a fianco di Geena Davis e Madonna, ad esempio).
Ecco la recensione:




The Poker House di Lori Petty del 2008. Con Jennifer Lawrence, Bokeem Woodbine, Chloë Grace Moretz, Selma Blair, David Alan Grier. (93 min. ca.)
Film che racconta la vera adolescenza della regista (e attrice). Agnes è una quattordicenne, promessa stella del basket, che vive in una casa in cui si fanno scommesse e c'è un giro di prostituzione. In mezzo a quella gentaglia troviamo il protettore di colore Duval, amante della madre (prostituta e tossica), che prima la illude facendole credere di amarla e poi la violenta. Agnes a quel punto scapperà con le amiche. 






Prima pellicola da protagonista di Jennifer Lawrence, è un film indipendente che sfoggia tutti i cliché del caso, ha scene alquanto discutibili e addirittura tristi per il poco tatto (lo stupro. La Lawrence era pronta per una cosa simile?), dialoghi imbarazzanti e recitazione sopra le righe al limite del caricaturale, in molti casi addirittura irritante. A cominciare dai senzatetto, poi Chloë Grace Moretz che con tutte quelle faccine e quegli occhi sbarrati è insopportabile e rende tutto telefonato. Va bene, era piccola, ma non c'entra, è stata diretta male. Selma Blair che interpreta la madre di Agnes è lo stereotipo fatto a persona: una fattona fintissima con la parrucca bionda e il trucco che cola. David Alan Grier è altrettanto finto nel ruolo dell'ubriacone che parla a voce alta e delira.
L'unica che si salva nel mucchio è proprio la Lawrence (a parte il finale in macchina con lei che canta con le altre e che ahimè diventa sopra le righe e imbarazzante): espressiva, davvero in gamba. (E che a me sembra recitare in modo poco controllato e allo sbaraglio quasi soltanto nei film di David O. Russell. Probabilmente essendo molto esuberante di suo ha bisogno di un freno che il regista non le dà. Perciò finisce per apparire eccessiva, esagerata). 







Comunque un film quasi del tutto da buttare. E' drammatico fine a se stesso con scene evitabili e gratuite. Capisco che sia basato su una storia vera ma ci sono modi e modi. Orrendo.
E ovviamente non lo consiglio.


Voto: *1/2 (Per la Lawrence)





La regista Lori Petty



Il trailer:



Scene del film (attenzione, contengono SPOILER):






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?






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